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Stop alle razze di cani costrette a soffrire solo per motivi estetici

venerdì 19 dicembre 2008

"Dagli esperti del Comitato bioetico per la veterinaria (Cbv) le strategie per ridurre le cucciolate a rischio"

ROMA

Mini-cani talmente piccoli da entrare in una borsetta e sempre più richiesti, ma «ai limiti di una condizione di vita sana». Femmine di bulldog col bacino tanto stretto da aggiudicarsi il primo posto nelle mostre di bellezza canina, che però non possono partorire da sole e devono subire un cesareo. O esemplari dal muso schiacciato che faticano a respirare, insieme ai cuccioli di shar pei dalla buffa pelle a pieghe, vittime ideali delle dermatiti. A puntare il dito contro il caso delle razze canine i cui caratteri sono così esasperati da causare problemi fisici e sofferenze, sono gli esperti del Comitato bioetico per la veterinaria (Cbv), riunito a Roma per celebrare il suo decennale.

«Il caso delle razze canine sofferenti - spiega all’ADNKRONOS SALUTE Pasqualino Santori, veterinario e presidente del Cbv - è conseguenza di scelte di allevamento che puntano a soddisfare i desideri di un pubblico di acquirenti attratti dall’aspetto buffo e simpatico dei cani o dal loro valore come status symbol. Senza tener conto delle conseguenze sulla salute e il benessere di questi animali». Insomma, «continuano e forse aumentano le nascite di animali con malformazioni fisiche. O, quantomeno, si mantengono le condizioni oggettive per una maggiore probabilità di avere queste cucciolate, attraverso accoppiamenti a rischio». Il Comitato, sollevando la questione delle razze canine sofferenti, frutto di un vero e proprio ’maltrattamento geneticò, vuole portare l’attenzione su una questione emblematica del rapporto tra essere umano e animali, vittime di contraddizioni e superficialità. Talvolta, come in questo caso, «questo rapporto non rispetta le condizioni di benessere o causa malessere». Il problema bioetico riguarda la valutazione dei diversi interessi in gioco: degli allevatori; degli acquirenti più o meno consapevoli della probabilità di malformazioni che creeranno problemi per tutta la vita ai loro animali; degli stessi cani; dell’opinione pubblica; delle istituzioni con le loro scelte a tutela del benessere animale. Per questo il Cbv auspica in primo luogo «una sorta di foglietto illustrativo che - spiega Santori - al momento della cessione dell’animale, informi il futuro proprietario sui rischi e i problemi di salute cui il cane potrà andare incontro». Inoltre gli esperti chiedono l’elaborazione di strategie per ridurre al minimo la nascita di cucciolate al rischio.

Ecco nei dettagli le raccomandazioni del Cbv, che auspica:

1) che, al momento della cessione, i cuccioli delle razze ad alto rischio di malformazioni siano accompagnati da note che spieghino le caratteristiche della razza in relazione ai possibili stati di malessere o disagio che si potranno presentare in quell’animale. Nelle stesse note devono essere definite le caratteristiche ambientali più adatte alla vita dell’animale, per ridurre al minimo le condizioni di malessere. Una procedura inutile per le altre razze e i cani meticci, da riservare solo per le razze in esame. Secondo il Comitato si tratta di una sorta di ’consenso informatò nella scelta di una razza. Sarebbe il primo passo verso l’acquisizione consapevole di un animale da compagnia. Non solo, «sarebbe un contributo utile per la prevenzione di diversi fenomeni negativi, tra cui il randagismo e il problema dei cani pericolosi. In quest’ultimo caso, si aumenterebbe la consapevolezza dei proprietari, promuovendo la responsabilizzazione nella scelta di un cane di tipologia più a rischio di produrre aggressioni gravi».

2) l’acquisizione consapevole di un animale a rischio di problematiche legate al suo Dna non è sufficiente da un punto di vista morale a giustificare la nascita di animali potenzialmente sofferenti. Pertanto «il Comitato auspica che da subito vengano definite strategie di allevamento per minimizzare il fenomeno». In pratica, si raccomandano interventi da parte degli organismi competenti, pubblici e privati. Si auspica, inoltre, che nelle gare di bellezza si tenga prioritariamente conto delle condizioni di benessere degli esemplari esposti, non solo degli standard di bellezza. «Pur tenendo conto degli interessi economici in gioco e dell’interesse di tipo culturale avanzato da alcuni per queste razze, sarà necessario definire un limite di tempo entro cui interrompere la produzione di cuccioli di razze o di linee di sangue per cui non si sia raggiunto un adeguato livello di sicurezza nei confronti della probabilità di rischio di alterazioni fisiche». Tanto che «alcuni membri del Comitato hanno espresso il parere che l’interruzione della produzione di cucciolate a rischio debba essere immediata. Ci rendiamo conto che ci sono molti elementi in gioco, e che dunque il processo debba essere graduale - dice Santori - ma non possiamo permetterci di sfruttare la plasticità genetica dei cani per selezionare animali costretti a inutili sofferenze».

FONTE: La Zampa.it