Avete mai provato a guardare il vostro Fido o il vostro Micio e a pensare a lui come a qualcuno che vi può insegnare qualcosa di importante su voi stessi e sulla vostra vita?
L’artificioso stile di vita occidentale ha fatto sì che il nostro legame con gli animali sia diventato ormai quasi nullo. L’animale domestico è per molti l’unico vero legame non superficiale col mondo animale.
Tuttavia, per quanto li amiamo, a pochi di noi salta in mente di chiedersi se il proprio cane o gatto abbiano qualcosa da dirci o insegnarci. Certo, Fido non ci scriverà mai una lettera per svelarci i suoi segreti, e Micio non si siederà accanto a noi sorseggiando un tè e discettando di filosofia.
Ma siamo tanto sicuri che loro, come noi, non scendano su questa terra con un proprio piano evolutivo, e che non sia un caso che finiscano al fianco di una certa persona piuttosto che di un’altra?
Proviamo a osservare il nostro animale e a chiederci: “che cosa mi ha insegnato nella vita finora?”
Forse, con le sue difficoltà di comprensione, ci ha obbligato a sviluppare la pazienza e la considerazione per il punto di vista altrui; forse, attraverso una malattia, ci ha insegnato a prenderci cura con amore di un altro essere; forse, con la voglia di correre e giocare in compagnia sta cercando di insegnarci a divertirci di più.
Ma i suoi messaggi possono essere ancora più profondi.
I veterinari che hanno un approccio veramente olistico alla cura dell’animale riferiscono che non sono pochi i casi in cui esso presenta la stessa malattia dell’umano con cui vive, o addirittura la anticipa, come se volesse prendere su di sé una parte del peso.
Forse, il legame che esiste tra noi è più forte e più profondo di quanto abbiamo mai osato pensare.
Assumere questo nuovo punto di vista ci porta naturalmente a rispettarli ancora di più, e a porci nuove domande.
Ma allora, qual è la lezione che Fido è venuto a “imparare” e qual è il suo ruolo nella mia vita? In che modo posso cambiare il mio punto di vista per trovare la chiave delle nostre incomprensioni?
Spesso la situazione ci chiede di mettere in discussione noi stessi. Siamo troppo abituati a dare la colpa all’animale: “ha il vizio di tirare al guinzaglio perchè è un testardo”; “fa apposta a non rispondere quando lo chiamo”; “si comporta in un certo modo per farmi i dispetti”...
Consideriamo le nostre responsabilità: siamo sicuri che il nostro animale abbia capito cosa ci aspettiamo da lui? Ci siamo resi interessanti e autorevoli ai suoi occhi? Siamo coerenti? Abbiamo fatto qualcosa per rimediare? E se non ha funzionato, abbiamo tentato altre strade?
La relazione con l’animale, come tutte le relazioni, richiede presenza, capacità di ascolto, empatia, voglia di mettersi in discussione, disponibilità ad accettare aspetti dell’altro che non ci esaltano senza però fargliene una colpa e, nel caso degli animali, voglia e disponibilità a farsi capire da qualcuno che non parla la nostra stessa lingua.
Per capire i nostri amici a quattro zampe, studiamo i vari aspetti del comportamento animale, e poi affidiamoci anche all’ascolto diretto. Se siamo aperti e ricettivi, riusciremo anche a captare le loro emozioni, oppure immagini e persino parole o concetti.
Per ascoltare bisogna innanzitutto stare zitti, e poiché gli animali non usano le parole, non è sufficiente usare le orecchie: dobbiamo zittire anche la nostra mente, e focalizzarla sul nostro animale, mantenendola aperta e ricettiva.
Se consideriamo l’animale un essere degno di amore e di comprensione, necessariamente attiveremo nei suoi confronti tutte le risorse che attiveremmo nei confronti di un altro essere umano che desideriamo profondamente conoscere e amare.
E allora ci porremo anche domande come: in che modo è meglio educarlo? In che modo è meglio curarlo? In che modo è meglio alimentarlo? Come posso migliorare la sua qualità di vita?
Inizierà così un lungo, intricato, a volte difficile, ma al tempo stesso appagante e ricco percorso di ricerca nell’affascinante mondo degli animali.
A cura di Elena Grassi
FONTE: www.lifegate.it
L’artificioso stile di vita occidentale ha fatto sì che il nostro legame con gli animali sia diventato ormai quasi nullo. L’animale domestico è per molti l’unico vero legame non superficiale col mondo animale.
Tuttavia, per quanto li amiamo, a pochi di noi salta in mente di chiedersi se il proprio cane o gatto abbiano qualcosa da dirci o insegnarci. Certo, Fido non ci scriverà mai una lettera per svelarci i suoi segreti, e Micio non si siederà accanto a noi sorseggiando un tè e discettando di filosofia.
Ma siamo tanto sicuri che loro, come noi, non scendano su questa terra con un proprio piano evolutivo, e che non sia un caso che finiscano al fianco di una certa persona piuttosto che di un’altra?
Proviamo a osservare il nostro animale e a chiederci: “che cosa mi ha insegnato nella vita finora?”
Forse, con le sue difficoltà di comprensione, ci ha obbligato a sviluppare la pazienza e la considerazione per il punto di vista altrui; forse, attraverso una malattia, ci ha insegnato a prenderci cura con amore di un altro essere; forse, con la voglia di correre e giocare in compagnia sta cercando di insegnarci a divertirci di più.
Ma i suoi messaggi possono essere ancora più profondi.
I veterinari che hanno un approccio veramente olistico alla cura dell’animale riferiscono che non sono pochi i casi in cui esso presenta la stessa malattia dell’umano con cui vive, o addirittura la anticipa, come se volesse prendere su di sé una parte del peso.
Forse, il legame che esiste tra noi è più forte e più profondo di quanto abbiamo mai osato pensare.
Assumere questo nuovo punto di vista ci porta naturalmente a rispettarli ancora di più, e a porci nuove domande.
Ma allora, qual è la lezione che Fido è venuto a “imparare” e qual è il suo ruolo nella mia vita? In che modo posso cambiare il mio punto di vista per trovare la chiave delle nostre incomprensioni?
Spesso la situazione ci chiede di mettere in discussione noi stessi. Siamo troppo abituati a dare la colpa all’animale: “ha il vizio di tirare al guinzaglio perchè è un testardo”; “fa apposta a non rispondere quando lo chiamo”; “si comporta in un certo modo per farmi i dispetti”...
Consideriamo le nostre responsabilità: siamo sicuri che il nostro animale abbia capito cosa ci aspettiamo da lui? Ci siamo resi interessanti e autorevoli ai suoi occhi? Siamo coerenti? Abbiamo fatto qualcosa per rimediare? E se non ha funzionato, abbiamo tentato altre strade?
La relazione con l’animale, come tutte le relazioni, richiede presenza, capacità di ascolto, empatia, voglia di mettersi in discussione, disponibilità ad accettare aspetti dell’altro che non ci esaltano senza però fargliene una colpa e, nel caso degli animali, voglia e disponibilità a farsi capire da qualcuno che non parla la nostra stessa lingua.
Per capire i nostri amici a quattro zampe, studiamo i vari aspetti del comportamento animale, e poi affidiamoci anche all’ascolto diretto. Se siamo aperti e ricettivi, riusciremo anche a captare le loro emozioni, oppure immagini e persino parole o concetti.
Per ascoltare bisogna innanzitutto stare zitti, e poiché gli animali non usano le parole, non è sufficiente usare le orecchie: dobbiamo zittire anche la nostra mente, e focalizzarla sul nostro animale, mantenendola aperta e ricettiva.
Se consideriamo l’animale un essere degno di amore e di comprensione, necessariamente attiveremo nei suoi confronti tutte le risorse che attiveremmo nei confronti di un altro essere umano che desideriamo profondamente conoscere e amare.
E allora ci porremo anche domande come: in che modo è meglio educarlo? In che modo è meglio curarlo? In che modo è meglio alimentarlo? Come posso migliorare la sua qualità di vita?
Inizierà così un lungo, intricato, a volte difficile, ma al tempo stesso appagante e ricco percorso di ricerca nell’affascinante mondo degli animali.
A cura di Elena Grassi
FONTE: www.lifegate.it