Codice Fiscale: 97508700586


Il gatto che non urina

venerdì 26 settembre 2008

ANATOMIA: Kidney sono i reni, Bladder è la vescica. Questa illustrazione rappresenta dei calcoli vescicali.

Esiste una sindrome del gatto, chiamata FUS o FLUDT, caratterizzata dalla difficoltà ad urinare normalmente. Facciamo un richiamo , purtroppo necessario ma veloce, di anatomia. L’urina è prodotta dai reni; due piccoli tubicini, gli ureteri, portano l’urina dai reni alla vescica, che è una specie di “sacca di raccolta”. Quando la vescica è abbastanza distesa il gatto volontariamente la spreme e un altro piccolo tubicino, l’uretra, porta l’urina all’esterno. La FUS è quella sindrome per cui l’uretra, l’ultimo “tubicino” del sistema, per qualche motivo si ostruisce e il gatto non riesce più a svuotare normalmente la vescica. Le cause sono varie: traumi, piccoli calcoli, infezioni, contrazioni anomale dei muscoli, ma il risultato è sempre lo stesso. Il povero gatto di solito va continuamente sulla lettiera e si preme a lungo, non riuscendo a produrre che poche gocce di pipì ( e a volte neppure quelle), che il più delle volte sono rosse o rosate per la presenza di sangue (si parla genericamente di “disuria” quando il gatto ha difficoltà ad urinare). Molti proprietari che vedono indugiare il gatto nella cassetta possono erroneamente pensare che si tratti di difficoltà nel fare le feci, soprattutto se poi la lettiera è comunque bagnata dalla poca pipì prodotta.

Non di rado la persistenza del micio nella lettiera è accompagnata da lamenti, anche perché spesso la FUS è dolorosa come lo è la abnorme distensione della vescica che non si svuota più come dovrebbe. I proprietari possono notare anche che il gatto passa molto tempo a toelettarsi nervosamente la zona dei genitali, oppure a volte notano che il gatto inizia a fare pipì fuori dalla lettiera. Con il passare del tempo di solito la situazione peggiora e il ristagno della pipì può iniziare a dare altri sintomi al povero micio, anche perchè tutte le sostanze che vengono eliminate con la pipì si accumulano nell’organismo e poi a lungo andare anche i reni possono essere danneggiati dal mancato deflusso dell’urina. Il povero gatto, che continua a manifestare i suoi problemi con la lettiera, diventa anche svogliato nel mangiare, apatico, debole e spesso inizia a vomitare.

Se il proprietario non si accorge che il suo gatto ha bisogno di aiuto e non lo accompagna velocemente dal veterinario possono comparire ulteriori gravi complicazioni, come insufficienza renale (i reni smettono di funzionare come dovrebbero) e alterazioni cardiache. Nei casi più avanzati, per una piccola compressione sull’addome la vescica può rompersi e la pipì può finire libera nell’addome.
Le cause della FUS possono essere come già detto molte: traumi, infezioni, errori alimentari, predisposizione genetica, problemi neurologici, ma sembra che uno stress cronico e importante possa rappresentare concretamente un fattore predisponente.
Se il proprietario ha il sospetto che Micio possa avere difficoltà ad urinare lo deve portare immediatamente dal veterinario. Di solito si interviene inserendo un piccolo catetere attraverso l’uretra nella vescica del gatto, così da svuotarla e si coglie l’occasione per fare anche un esame delle urine che può dare utili informazioni sulla causa della malattia o che può comunque orientare la terapia. Quindi il più delle volte si lascia il catetere in sede per qualche giorno, per consentire il corretto deflusso della pipì e, se necessario, per fare dei lavaggi della vescica. Al momento della visita il veterinario può cogliere l’occasione per fare anche un prelievo di sangue per stabilire se ci sia già stato un danno renale o delle alterazioni che comunque richiedano una appropriata fluidoterapia endovenosa. In alcuni casi può essere necessaria anche una lastra o un’ecografia all’addome come ulteriore passo diagnostico. La necessità di altre terapie di solito è stabilita sulla base di un corretto esame delle urine. Nella quasi totalità dei casi si instaura un nuovo regime dietetico, affidandosi a diete fatte ad hoc per mici che hanno questo tipo si problemi.
È importante che il proprietario sia correttamente informato sul fatto che spesso un micio che si è ostruito, anche dopo una corretta e fausta risoluzione del problema, può facilmente andare incontro a recidive; a distanza di giorni, mesi o anni il problema può ripresentarsi. Quindi non bisogna mai abbassare la guardia convinti che il proprio amico sia definitivamente guarito.
In alcuni casi, quando le recidive sono frequenti, e non è possibile gestirle correttamente solo con dieta e farmaci, è consigliato un intervento chirurgico, “l’ureterostomia”, che consente di modificare lo sbocco dell’uretra del gatto e di solito garantisce risultati duraturi.

FONTE: www.veterinariagiustiniana.com

La perla nera

giovedì 18 settembre 2008

La mia gatta.. la mia gatta nera... sensazione di leggerezza... la stringo a me e godo nell'udire le sue immediate fusa... sento il profumo di fresca natura che inebria la mia mente...la felina che regna nell'arca maestosa, felice del mio amore... la Lellina, così decisi di chiamarla, quando la raccolsi ferita, nel mese di giugno, priva ormai di forza per reagire...la tenerezza invase il mio cuore e subito la condussi dalla mia veterinaria per darle il primo soccorso.. sono trascorsi tre mesi, tanto il tempo necessario per la sua ripresa. In questo tempo condiviso, io e la Lellina, ci siamo innamorate una dell'altra, lei dignitosamente ha accettato le continue cure subite ed io infinitamente attenta, nel premiarla con il mio amore...arrivato finalmente il momento dedicato alla sterilizzazione...consapevole di quanta serenità stavo regalandole...terribile sorpresa...l'utero e le ovaie della mia amatissima micia erano infette..compromesse da una grave PIOMETRA. La mia Lellina probabilmente sarebbe morta presto se non avesse affrontato l'operazione di ovariectomia. La piccola dovrà affrontare altro intervento per l'asportazione delle mammelle, riscontrati sottocute tumori mammari. Ciò può accadere, in animali adulti interi che sviluppando periodicamente il cosidetto calore, quindi continue scariche ormonali, che nel tempo possono andare a danneggiare gravemente gli apparati riproduttivi e mammari. Rinnovo la mia continua raccomandazione di sterilizzare le proprie femmine...oltre ad evitare inopportune gravidanze, diminuisce notevolmente il rischio di problemi fisici che con un piccolo intervento di semplice entità, si possono evitare....
Sperando in una veloce guarigione per la preziosa Perla nera... auguro al mondo degli umani di vivere.. infinite emozioni feline...

Animali in difficoltà particolari!

martedì 16 settembre 2008

"VIGILI DEL FUOCO"

115: numero unico di emergenza

Le situazioni particolari in cui gli animali possono essere in reale pericolo hanno numerosi scenari possibili, quando proprio non siamo in grado di gestirle da soli, come ad esempio nel caso in cui un gattino piccolo o anche un gatto adulto si è arrampicato in cima ad un albero troppo alto per poter essere raggiunto da noi, e l'animale non riesce più a discendere con facilità, è bene chiedere aiuto e chiamare i VIGILI DEL FUOCO al numero 115, oltre ad essere preparati ad affrontare situazioni di emergenza hanno anche a disposizione quei mezzi di soccorso necessari che noi potremmo non avere. Durante l'attesa dell'arrivo degli eventuali soccorritori non perdiamo di vista l'animale in difficoltà in modo da poter monitorare costantemente la situazione ma cerchiamo anche di non spaventarlo in alcun modo per non rischiare di complicarla. Sperando di non doverlo mai usare, non dimentichiamo di avere a disposizione questo numero utile, il lavoro dei Vigili del Fuoco è prezioso anche in questo campo!

Alcuni esempi di storie a lieto fine grazie all'intervento dei Vigili del Fuoco: www.petnews.it

Non tutti gli antiparassitari sono uguali (e non tutti vanno bene per il gatto)

Alcuni antiparassitari registrati per gli animali d’affezione contengono delle sostanze incluse nella famiglia delle piretrine e dei piretroidi. Queste classi di molecole sono largamente utilizzate per il controllo degli insetti nocivi sia nella coltivazione (agricoltura e piante ornamentali), che negli ambienti domestici, che sugli animali domestici.
Queste sostanze sono ovviamente tossiche, ma sono molto più tossiche per gli insetti che per i mammiferi e per questo vengono utilizzate anche come antiparassitari esterni per i piccoli animali.
In generale i cani possono manifestare un’intossicazione da piretrine o piretroidi se assumono inavvertitamente queste sostanze per via orale, oppure più raramente a seguito dell’utilizzo di prodotti spot-on se il dosaggio utilizzato è molto maggiore di quello consigliato o se hanno una particolare sensibilità verso tali prodotti.
Il gatto non è però un piccolo cane: ha un metabolismo epatico differente e in soldoni questo significa che un dosaggio che va bene per il cane per il gatto spesso è tossico.
Quindi esistono antiparassitari che hanno una formulazione che va bene sia per i gatti che per i cani (e nelle pipette cambia solo la quantità di sostanza presente), mentre esistono alcuni antiparassitari che si usano tranquillamente sul cane, ma che nel gatto sono fortemente tossici.

Di solito sulle confezioni è riportata la specie a cui il prodotto è destinato e a volte è riportata anche la specie in cui il prodotto non deve essere utilizzato (in un caso sulla confezione c’è proprio un simbolo di divieto con dentro il gatto!!).
Purtroppo a volte l’errore è del proprietario disattento che pensa magari di utilizzare lo stesso prodotto su tutti e due i suoi animali (così ne compra uno solo e non fa confusione….),e non legge bene le indicazioni sulle confezioni, mentre in altri casi il proprietario sa di dover utilizzare due prodotti diversi e si attiene correttamente alle istruzioni…ma poi i suoi due amici si toelettano a vicenda, si stropicciano tra loro manifestandosi tutto il loro reciproco affetto, e il micio si ritrova esposto alla sostanza tossica.

L’intossicazione si manifesta con tremori diffusi, midriasi (le pupille sono dilatate),
ipersalivazione, a volte vomito e diarrea e a volte convulsioni. Soprattutto i gatti a cui sono stati applicati completamente degli spot on registrati solo per cani manifestano segni più violenti, con depressione o eccitazione del sensorio, disorientamento, tremori di diversi gruppi di muscoli (spesso quelli della testa e delle orecchie, ) difficoltà di movimento, ipertermia e convulsioni.
I sintomi di solito compaiono da pochi minuti a qualche ora dopo l’esposizione.
Se vi siete accorti di aver utilizzato per il vostro gatto un antiparassitario “proibito” ( o se solo il vostro cane utilizza un antiparassitario “proibito” per i mici, ma lui e il vostro gatto sono stati sufficientemente “promiscui”) , la prima cosa che dovete fare è sciacquare l’animale con acqua tiepida e sapone per allontanare il tossico e quindi rivolgervi ad un veterinario.

Se l’intossicazione è avvenuta per via orale (e questa evenienza può capitare tanto nel cane che nel gatto ) contattate invece subito il vostro veterinario in modo che sia lui a decidere come procedere.

Anche in questo caso la prevenzione è la soluzione migliore, quindi :

    - Leggete con attenzione il foglietto illustrativo dell’antiparassitario che state utilizzando, soprattutto se lo state utilizzando su un gatto.
    - Tenete sempre sotto chiave gli insetticidi che utilizzate in casa o per il giardino.

Se volete il mio personale consiglio, se avete in casa sia cani che gatti, evitate di utilizzare anche sui cani quei prodotti che non sono registrati anche per i gatti.


Conoscere per prevenire!

PANORAMICA SULLE PIANTE VELENOSE PER ANIMALI

DA APPARTAMENTO:

- Aloe
Pianta da appartamento velenosa. I succhi delle foglie sono velenosi per cani, gatti, uccelli da appartamento e mammiferi di piccole dimensioni. Sintomi: diarrea con tracce di sangue, aumento della escrezione di urine.

- Anturio
Pianta da appartamento velenosa. Le foglie giovani sono velenose per cani, gatti, mammiferi di piccole dimensioni e uccelli da appartamento. Sintomi: salivazione, diarrea, vomito, emorragie(gastrointestinali, uterine, gengivali), difficoltà repiratoria, disturbi nella deglutizione.

- Corona di spine, Spine di Cristo
Pianta da appartamento velenosa. La linfa lattiginosa è velenosa per cani, gatti, mammiferi di piccole dimensioni e uccelli da appartamento. Sintomi: infiammazioni gastro-intestinali, coliche, infiammazioni della cornea e della congiuntiva, alterazioni delle mucose.

- Monstera
Pianta da appartamento velenosa. Le foglie sono velenose per cani, gatti, mammiferi di piccole dimensioni e uccelli da appartamento. Sintomi: salivazione, diarrea, vomito, emorragie, difficoltà respiratoria, disturbi nella deglutizione, emorragie gengivali.

- Spatifillo
Pianta da appartamento velenosa. Foglie e stelo sono velenosi per cani, gatti, mammiferi di piccole dimensioni e uccelli da appartamento. Sintomi: salivazione, diarrea, vomito, emorragie (gastro-intestinali, uterine, gengivali), difficoltà respiratoria, disturbi nella deglutizione

- Aglaonema
Pianta da appartamento estremamente velenosa. Le foglie sono velenose per cani, gatti, mammiferi di piccole dimensioni e uccelli da appartamento. Sintomi: salivazione, diarrea, vomito, difficoltà respiratoria, crampi, disturbi della coordinazione, ipotensione, disturbi del ritmo cardiaco.

- Amarillide belladonna, Amarillide belladama, Amarillide d'estate
Pianta da appartamento molto velenosa. L'intera pianta (in special modo il bulbo) è velenosa per cani, gatti, mammiferi di piccole dimensioni e uccelli da appartamento. Sintomi: vomito, diarrea, coliche, disturbi della motilità, crampi, disturbi del ritmo cardiaco, bassa pressione arteriosa, ritmo cardiaco rallentato, tremore.

- Begonia
Pianta selvatica e da appartamento, da non velenosa a velenosa. L'intera pianta e soprattutto le radici sono velenose. Ne sono minacciati, cani, gatti, mammiferi di piccole dimensioni, uccelli da appartamento e cavalli. Sintomi: vomito, diarrea (dopo l'ingestione vi sono tracce di sangue).

DA GIARDINO:

- Begonia
Pianta da appartamento e da giardino non velenosa fino velenosa. Tutta la pianta è velenosa, ma soprattutto le radici. Sono colpiti cani, gatti, mammiferi di piccole dimensioni, cavalli e uccelli da appartamento. Sintomi: vomito, diarrea (in caso di ingestione diarrea con presenza di sangue).

- Calmia a foglie larghe
Pianta ornamentale da giardino, da poco velenosa a velenosa. Le foglie sono velenose per cani, gatti, mammiferi di piccole dimensioni e cavalli. Sintomi: salivazione, vomito, diarrea, coliche, perdita dell'appetito, incoordinazione, debolezza, spasmi muscolari.

- Elleboro verde
Pianta selvatica e da giardino estremamente velenosa. Presente nella vegetazione alpina e in giardini. L'intera pianta è velenosa per cani, gatti, mammiferi di piccole dimensioni e cavalli. Sintomi: salivazione, diarrea, vomito, coliche, ritmo cardiaco rallentato o disturbato, arresto cardiaco, paralisi, agitazione.

- Ginestra dei carbonai, Citiso scopario
Pianta selvatica e da giardino poco velenosa. Presente in boschi sabbiosi e luminosi, boscaglia. L'intera pianta è velenosa per cani, gatti, mammiferi di piccole dimensioni e cavalli. Sintomi: vomito, diarrea, occlusione intestinale, paralisi, tachicardia, perdita della coscienza, agitazione.

- Maggiociondolo, Avorniello, Maggio, Lamborno, Anagiri, Avorno, Eghero
Pianta da giardino estremamente velenosa. Arbusto ornamentale presente nei giardini o nei parchi. L'intera pianta (anche seccata) è velenosa per cani, gatti, cavalli (raramente per mammiferi di piccole dimensioni). Sintomi: coliche, ipotensione, sudorazione, coma, crampi, problemi di coordinazione.

- Mughetto, giglio delle convalli
Pianta selvatica e da giardino estremamente velenosa. Presente in boschi, boscaglia e giardini. L'intera pianta è velenosa per cani, gatti, mammiferi di piccole dimensioni e cavalli. Sintomi: vomito, diarrea, disturbi del ritmo cardiaco, bassa frequenza cardiaca, crampi, difficoltà respiratoria, insonnia.

- Aconito napello
Pianta selvatica e da giardino estremamente velenosa. Presente in luoghi umidi ed in giardini. L'intera pianta è velenosa per cani, gatti, mammiferi di piccole dimensioni e cavalli. Sintomi: vomito, diarrea, salivazione, coliche, aumento della produzione di urina, disturbi del ritmo cardiaco, ipotermia.

- Bosso comune, bossolo, martello
Pianta selvatica o da giardino molto velenosa. Rara nei boschi di latifoglie, più spesso coltivata per siepi nei parchi e nei giardini. L'intera pianta è velenosa per cani, gatti, mammiferi di piccole dimensioni e, in particolar modo, cavalli. Sintomi: diarrea, crampi, paralisi, morte per asfissia.

SELVATICHE:

- Crespino comune, cicèrbita, crespigna
Pianta selvatica poco velenosa. Presente ai margini dei boschi, e in radure boschive. L'intera pianta (specialmente la radice) è velenosa per cani, gatti, mammiferi di piccole dimensioni e cavalli. Sintomi: vomito, diarrea, danni ai reni.

- Erba di San Giacomo, Senecione di San Giacomo, Astro dei fossi
Pianta selvatica e da appartamento estremamente velenosa. L'intera pianta, specialmente quella giovane, è velenosa per cani, gatti, mammiferi di piccole dimensioni, uccelli da appartamento e, in particolar modo, cavalli. Sintomi: dimagrimento, vertigini, crampi, agitazione, sbadigliare ripetuto, depressione, coma, cecità.

- Erba di San Giovanni, Iperico perforato, Cacciadiavoli
Pianta selvatica velenosa. Presente in boschi, prati e margini boschivi. L'intera pianta è velenosa per cani, gatti, mammiferi di piccole dimensioni e, in particolar modo, cavalli. Sintomi: arrossamenti, edemi e presenza di croste neracee in zone della pelle con poco pelo, perdita dell'appetito, agitazione.

- Piè corvino, Lappio, Sardonia, Ranuncolo comune, Ranuncolo bulboso
Pianta selvatica, da poco velenosa a velenosa. Presente in prati, fosse e sponde di stagni. L'intera pianta è velenosa per cani, gatti, mammiferi di piccole dimensioni e cavalli. Sintomi: salivazione, coliche, diarrea, tosse, difficoltà nella deglutizione, emorragie nasali, gonfiore della membrana mucosa, agitazione.

- Tasso
Pianta da giardino estremamente velenosa. L'intera pianta è velenosa per cani, gatti, mammiferi di piccole dimensioni, uccelli da appartamento e cavalli. Sintomi: vomito, diarrea, tachicardia/ritmo cardiaco rallentato, difficoltà respiratoria, motilità disturbata, produzione di urine alterata, dilatazione della pupilla.

- Acetosella dei boschi
Pianta selvatica velenosa. Presente nel sottobosco e nelle regioni collinari. L'intera pianta è velenosa per cani, gatti, mammiferi di piccole dimensioni e cavalli. Sintomi: diarrea, vomito, aritmie cardiache, crampi muscolari.

- Aconito napello
Pianta selvatica e da giardino estremamente velenosa. Presente in luoghi umidi ed in giardini. L'intera pianta è velenosa per cani, gatti, mammiferi di piccole dimensioni e cavalli. Sintomi: vomito, diarrea, salivazione, coliche, aumento della produzione di urina, disturbi del ritmo cardiaco, ipotermia.

- Adonide gialla
Pianta selvatica molto velenosa. Pianta erbacea perenne dalla radice bruno-nera e dai fiori gialli. Fiorisce da maggio a giugno. Presente su colline soleggiate e prati in pendìo. Tutta la pianta è velenosa per cani, cavalli, mammiferi di piccole dimensioni e, in particolar modo, gatti. Sintomi: vomito, coliche, eventuali aritmie cardiache.

COLTIVATE:

- Fagiolo comune, Fagiolo nano, Borlotto lingua di fuoco
Pianta da coltivazione molto velenosa. I fagioli crudi sono velenosi per cani, gatti, mammiferi di piccole dimensioni e cavalli. Sintomi: mancanza d'appetito sino al rifiuto totale di cibarsi, diarrea, infiammazione gastro-intestinale, crampi.

- Fava, favetta
Pianta da coltivazione molto velenosa. Le fave, i semi e il polline sono velenosi per cani, gatti, mammiferi di piccole dimensioni e specialmente cavalli. Sintomi: vomito, diarrea, perdita dell'appetito, coliche, riduzione della produzione di urina, febbre, pallore, eventualmente itterizia, gonfiore alla milza ed al fegato.

- Aglio
Pianta da coltivazione, da velenosa a molto velenosa. Il frutto dell'aglio è velenoso per cani, gatti, mammiferi di piccole dimensioni, uccelli da appartamento e cavalli. Sintomi: vomito, diarrea, presenza di sangue nelle urine, pallore, itterizia.

- Canapa, Mariuana, Hascis
Pianta da coltivazione velenosa. Si coltiva per ricavarne fibra tessile o surrogati oleosi. Foglie e fiori sono velenosi per cani, gatti, mammiferi di piccole dimensioni, uccelli da appartamento e cavalli. Sintomi: vomito, salivazione, disturbi della coordinazione, dilatazione della pupilla, movimenti oculari ritmici, ipotermia.

- Cipolla
Pianta da coltivazione velenosa. La cipolla è velenosa per cani, gatti, mammiferi di piccole dimensioni, uccelli da appartamento e cavalli. Sintomi: diarrea, problemi di coordinazione, pallore, urina con tracce di sangue.

- Erba medica
Pianta da coltivazione e da mangime velenosa. Foglie e stelo sono velenosi per cani, gatti, mammiferi di piccole dimensioni e cavalli. Sintomi: infiammazioni dell'epidermide che compaiono con l'esposizione al sole, disturbi della fecondità, disturbi della crescita.

- Grano saraceno comune, fagopiro
Pianta da coltivazione e selvatica molto velenosa. I fiori giovani e la crusca sono le parti più velenose. Ne sono colpiti cani, gatti, mammiferi di piccole dimensioni e, in particolar modo, cavalli. I sintomi compaiono con l'esposizione al sole: arrossamenti ed edemi in zone della pelle non protette. Sintomatologia del fegato e dei nervi.

- Lino coltivato
Pianta da coltivazione estremamente velenosa. I semi e la pianta germinale sono velenosi per cani, gatti, mammiferi di piccole dimensioni e cavalli. Sintomi: vomito, vertigini, crampi, tremori, spasmi, respirazione accelerata, ritmo cardiaco rallentato.

FUNGHI:

- Coco mato, Tignosa dorata, Moscaria, Ovulo malifico rosso
Fungo molto velenoso. Presente in boschi di conifere e latifoglie. L'intero fungo è velenoso per cani, gatti, mammiferi di piccole dimensioni e cavalli. Sintomi: tachicardia/bradicardia, rimpicciolimento/dilatazione della pupilla, occlusione intestinale, agitazione, stati confusionali, disturbi motori.

- Cortinario orellano, Cortinario cangiante
Fungo estremamente velenoso. Cresce da agosto ad ottobre su legno marcio. L'intero fungo è velenoso per cani, gatti, mammiferi di piccole dimensioni e cavalli. Sintomi: nausea, vomito, diarrea, dopo 12-24 ore, gravi danni al fegato ed ai reni.

- Falloide, Tignosa verdognola, Tignosa velenosa, Fungo di cerza
Fungo estremamente velenoso. Presente da luglio ad ottobre in boschi di conifere. L'intero fungo è velenoso per cani, gatti, mammiferi di piccole dimensioni, e cavalli. Sintomi: nausea, vomito, diarrea, dopo 12-24 ore, gravi danni al fegato ed ai reni.

- Galerina marginata, Foliota marginata
Fungo estremamente velenoso. Cresce tra settembre e novembre su legno marcio. L'intero fungo è velenoso per cani, gatti, mammiferi di piccole dimensioni e cavalli. Sintomi: nausea, vomito, diarrea, dopo 12-24 ore, gravi danni al fegato ed ai reni.

- Giromitra esculenta, Spungino, Spugnola falsa
Fungo estremamente velenoso. Cresce in primavera in pinete dal terreno sabbioso. L'intero fungo è velenoso per cani, gatti, mammiferi di piccole dimensioni e cavalli. Sintomi: nausea, coliche, vomito, diarrea, assenza di secrezione urinaria, collasso renale e circolatorio, emorragie.

- Segale cornuta, Ergot
Fungo estremamente velenoso. Presente nella segale e nei campi di tritico - frumento; anche in altre graminacee . L'intero fungo è velenoso per cani, gatti, mammiferi di piccole dimensioni e, in particolar modo, cavalli. Sintomi: vomito, diarrea, membra color blu-nero, crampi di tipo epilettico.

- Tignosa bianca, tignosa puzzolosa
Fungo estremamente velenoso. Presente da luglio a ottobre sulle conifere. L'intero fungo è velenoso per cani, gatti, mammiferi di piccole dimensioni e cavalli. Sintomi: nausea, vomito, diarrea, gravi danni al fegato e ai reni.

FONTE: www.protezione-animali.ch

Non abbassiamo la "guardia"!

martedì 9 settembre 2008

Il pericolo "bocconi avvelenati" è una triste realtà presente un pò ovunque, sicuramente ci sono zone e periodi dell'anno più a rischio ma il pericolo per gli animali che escono dalle nostre abitazioni, e soprattutto per quelli che vivono all'aperto o in piena libertà, può nascondersi anche dietro le l'angolo. Consiglio sempre la massima attenzione, non sottovalutiamo mai la "cattiveria" altrui!

INFO GENERALI E GUIDA DI BASE DELLA LAV:

Le esche al veleno causano ogni anno la morte di migliaia di animali selvatici e domestici. Il loro scopo è l’eliminazione degli animali ritenuti nocivi, concorrenziali o soltanto fastidiosi per la caccia o per l’agricoltura.

Si tratta di una pratica illegale che – per quanto concerne il fenomeno in zone non urbanizzate - ha le sue radici nello stesso mondo venatorio. Fino al 1977, infatti, la pratica dell’uso dei bocconi avvelenati era consentita allo scopo di eliminare gli animali carnivori, naturali competitori dei cacciatori. Oggigiorno l’uso dei bocconi avvelenati configura una pratica di bracconaggio. Sono spesso i cacciatori di frodo infatti a disseminare le esche, con l'obiettivo di distruggere potenziali concorrenti nell'attività venatoria, come volpi, lupi e altri carnivori selvatici, ma anche corvi, gazze e cornacchie, che si cibano anche di uova di altri uccelli.

I bocconi avvelenati non colpiscono solo la specie a cui sono diretti, ma tutti gli individui legati nella stessa catena alimentare. Provocano anche gravi danni all’ambiente. La stricnina, ad esempio, rimane molto a lungo nei tessuti delle vittime, innescando una lunga successione di morti, inquinando suolo e falde acquifere.

Negli ultimi anni sono sempre più numerosi anche i decessi di animali domestici, colpiti dai micidiali preparati anche in parchi pubblici, giardini privati e tra le colonie feline.


- COME DIFENDERE I NOSTRI ANIMALI?

L'attenzione è la regola numero uno.

Le aree maggiormente a rischio sono le immediate vicinanze delle aziende faunistico- venatorie o di protezione della fauna o di caccia autogestite, in cui gli avvelenatori hanno tutto l'interesse a sterminare qualsiasi predatore che possa interferire con l'attività venatoria.
I boschi in cui si raccolgono tartufi possono nascondere insidie: la concorrenza tra i tartufai può infatti spingere a cercare di avvelenare il cane dei concorrenti.

I confini di coltivazioni collinari e montane sono da considerarsi anch'essi zone a rischio: l'avvelenamento di cervi, caprioli ed altri animali che possono danneggiare il raccolto è purtroppo una pratica diffusa.

In tutte queste zone è buona norma, durante le passeggiate, applicare la museruola al proprio cane: un boccone inghiottito in un secondo può rivelarsi fatale.

E' necessario educare i cani a non raccogliere cibo da terra.

Un metodo efficace consiste nel preparare degli appetitosi bocconi contenenti una buona manciata di peperoncino, per poi disseminarli lungo il tragitto pianificato per la passeggiata: quando il nostro cane li troverà e li mangerà, il forte (ma inoffensivo) bruciore provato servirà a dissuaderlo per lungo tempo dal raccogliere cibo per la strada...

- QUALI SONO I SINTOMI DELL'AVVELENAMENTO?

Variano a seconda delle sostanze ingerite:

• la stricnina agisce direttamente sul sistema nervoso centrale e di conseguenza sulla muscolatura, provocando una tipica rigidità caratterizzata da estensione degli arti, schiena incurvata, orecchie erette, rime labiali contratte all'indietro, pupille dilatate, cianosi delle mucose. Il decesso avviene per anossia, causata dallo spasmo dei muscoli respiratori: durante l'agonia, l'animale rimane cosciente.
• il topicida, in genere, svolge un'azione anticoagulante. Il decesso dell'animale, in questo caso, avviene a causa di emorragie interne e non è immediato: pallore alle mucose, respirazione difficoltosa, stato di grave prostrazione, sono sintomi di questo tipo di avvelenamento.
• il fungicida, l’acaricida e l’ insetticida agiscono non solo per ingestione ma anche per inalazione.
• il veleno presente nei comuni liquidi antigelo provoca il blocco delle funzioni renali e poi la morte.
• il cianuro agisce anche solo per inalazione e paralizza gli organi respiratori, provocando danni irreversibili al sistema nervoso centrale.

- COSA FARE IN CASO DI POSSIBILE AVVELENAMENTO?

Se si sospetta che l'animale abbia ingerito un boccone avvelenato:

- contattare il veterinario più vicino (o la guardia medica veterinaria) in modo da allertare preventivamente il medico dell’arrivo dell’animale.
- in caso di estrema necessità, e sempre sotto consiglio del medico, può essere utile far vomitare l’animale somministrando acqua calda molto salata, oppure della chiara di uovo montata a neve.
- cercare di mantenere calmo l'animale e non somministrare mai latte.

E’ sempre utile rivolgersi anche al Centro Veleni più vicino.

- COME FARE LA DENUNCIA?

I casi di avvelenamento devono essere documentati e denunciati perché la legge un importantissimo strumento a nostra disposizione per sconfiggere il fenomeno.

Su questo argomento la normativa è chiara: - la fauna selvatica è protetta dallo Stato; - è espressamente vietato diffondere veleni dalla legge sulla caccia (L.N. 157/92 art. 21, che prevede un’ammenda fino a € 1549,37) nonché dalle leggi sanitarie (art. 146 T.U. Leggi Sanitarie, che prevede la reclusione da sei mesi a tre anni e un’ammenda da € 51,65 fino a € 516,46); - contro il maltrattamento e l'uccisione di animali è in vigore la legge 189 del 2004

Ci si può rivolgere a qualsiasi organo di polizia giudiziaria (Polizia Municipale, Carabinieri, Polizia di Stato, Corpo Forestale dello Stato, Guardia di Finanza, Polizia Provinciale), presentando di persona il proprio esposto o denuncia (anche contro ignoti) in forma scritta.

In caso di decesso dell'animale, sia esso domestico, randagio o selvatico, oppure del ritrovamento di bocconi, è opportuno far effettuare delle analisi e inserire i risultati nella denuncia. A questo scopo si può ricorrere alla collaborazione dell'Istituto Zooprofilattico, rivolgendosi tempestivamente alla sede locale dell' ASL.

Per mettere fine a questa pratica è necessario che vengano individuati i responsabili: non bisogna aver timore di segnalare sempre alle autorità fatti o persone sospette.

La denuncia, oltre a rendere possibile l’identificazione e la punizione degli avvelenatori testimonierà la gravità del problema e renderà meno difficile il nostro percorso per fermare gli avvelenatori.

Anche nel caso di rinvenimento di materiale sospetto occorre attivarsi tempestivamente segnalandone immediatamente la presenza agli organi di vigilanza (Forestale, Polizia Municipale, Polizia Veterinaria, Carabinieri, ecc.).

Strutture veterinarie aperte 24 ore


Il database di: www.difendiamoli.it


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Obiezione di coscienza!

SCARICA LA GUIDA PRATICA LAV ALL'OBIEZIONE DI COSCIENZA ALLA SPERIMENTAZIONE ANIMALE, QUI

Ritaglia, fotocopia il modulo per la dichiarazione di obiezione di coscienza e consegnalo al professore e/o alla Segreteria di Facoltà.


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LA LEGGE SULL’OBIEZIONE DI COSCIENZA ALLA VIVISEZIONE
(Gazzetta Ufficiale n.244 del 16.10.1993)

La Camera dei deputati ed il Senato della Repubblica hanno approvato;
IL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA
promulga la seguente legge:

Art.1

Diritto di obiezione di coscienza

1. I cittadini che, per obbedienza alla coscienza, nell'esercizio del diritto alle libertà di pensiero, coscienza e religione riconosciute dalla Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo, dalla Convenzione per la salvaguardia dei diritti dell'uomo e delle libertà fondamentali e dal Patto internazionale relativo ai diritti civili e politici, si oppongono alla violenza su tutti gli esseri viventi, possono dichiarare la propria obiezione di coscienza ad ogni atto connesso con la sperimentazione animale.

Art.2

Effetti della dichiarazione di obiezione di coscienza

1. I medici, i ricercatori e il personale sanitario dei ruoli dei professionisti laureati, tecnici ed infermieristici, nonché gli studenti universitari interessati, che abbiano dichiarato la propria obiezione di coscienza, non sono tenuti a prendere parte direttamente alle attività e agli interventi specificamente e necessariamente diretti alla sperimentazione animale.

Art.3

Modalità per l'esercizio del diritto

1. L'obiezione di coscienza è dichiarata all'atto della presentazione della domanda di assunzione o di partecipazione a concorso.
2. Gli studenti universitari dichiarano la propria obiezione di coscienza al docente del corso, nel cui ambito si possono svolgere attività o interventi di sperimentazione animale, al momento dell'inizio dello stesso.
3. La dichiarazione di obiezione di coscienza può essere revocata in qualsiasi momento.
4. In sede di prima applicazione della presente legge, l'obiezione di coscienza è dichiarata dall'interessato al responsabile della struttura presso la quale si svolgono attività o interventi di sperimentazione animale, entro sei mesi dalla data di entrata in vigore della legge stessa.
5. Tutte le strutture pubbliche e private legittimate a svolgere sperimentazione animale hanno l'obbligo di rendere noto a tutti i lavoratori e gli studenti il loro diritto ad esercitare l'obiezione di coscienza alla sperimentazione animale. Le strutture stesse hanno inoltre l'obbligo di predisporre un modulo per la dichiarazione di obiezione di coscienza alla sperimentazione animale a norma della presente legge

Art.4

Divieto di discriminazione

1. Nessuno può subire conseguenze sfavorevoli, per essersi rifiutato di praticare o di cooperare all'esecuzione della sperimentazione animale
2. I soggetti che ai sensi dell'articolo 1 dichiarino la propria obiezione di coscienza alla sperimentazione animale hanno diritto, qualora siano lavoratori dipendenti, pubblici e privati, ad essere destinati, nell'ambito delle dotazioni organiche esistenti, ad attività diverse da quelle che prevedono la sperimentazione animale, conservando medesima qualifica e medesimo trattamento economico.
3. Nelle università gli organi competenti devono rendere facoltativa la frequenza alle esercitazioni di laboratorio in cui è prevista la sperimentazione animale. All'interno dei corsi sono attivate, entro l'inizio dell'anno accademico successivo alla data di entrata in vigore della presente legge, modalità di insegnamento che non prevedano attività o interventi di sperimentazione animale per il superamento dell'esame. Le segreterie di facoltà assicurano la massima pubblicità del diritto all'obiezione di coscienza alla sperimentazione animale.

La presente legge, munita del sigillo dello Stato, sarà inserita nella Raccolta ufficiale degli atti normativi della Repubblica italiana. E' fatto obbligo a chiunque spetti di osservarla e di farla osservare come legge dello Stato.

Data a Roma, addì 12 ottobre 1993
SCALFARO
CIAMPI, Presidente del Consiglio dei Ministri
Visto, il Guardasigilli: CONSO

FONTE: www.hansruesch.net