Costrinse un Daino a vivere in un recinto di 30mq, a Ruvo di Puglia (Bari), senza alcun riparo dalle intemperie e dal sole, in condizioni tali che l’animale, nel tempo, aveva acquisito comportamenti stereotipati, caratteristici degli animali sotto grave forma di stress e di disagio psichico. Per questo motivo il GUP del Tribunale Penale di Trani, dott.Roberto Olivieri del Castillo, ha condannato il responsabile al pagamento di 5.040 euro di multa, perché, come si legge in sentenza: “per crudeltà e senza necessità, cagionava lesioni psico-fisiche ad un esemplare di Daino maschio adulto e lo sottoponeva a comportamenti incompatibili con le sue caratteristiche eco-etologiche”, configurando così la violazione dell’art.544 ter del Codice penale.
La vicenda risale al novembre 2007, quando la LAV rappresentata dall'avvocato Domenico Caringella e con il supporto dei pareri qualificati della biologa Barbara Bartoli e del medico veterinario Marilisa Picca, denunciò alla Procura di Trani la detenzione di questo Daino in condizioni incompatibili con la sua natura: l’animale (come mostrano le fotografie allegate) era detenuto presso la masseria Ceci di Ruvo di Puglia, in un piccolissimo recinto a pianta quadrata, in evidenti condizioni di malessere e incuria. Il recinto che lo ospitava affacciava da un lato sulla strada provinciale, l'animale appariva stressato e impaurito a causa dei rumori, dei movimenti di persone e di automobili lungo la strada, e manifestava la sua agitazione correndo ossessivamente da una parte all’altra del recinto.
“Plaudiamo con grande soddisfazione al positivo pronunciamento del GUP di Trani – dichiara Massimo Vitturi, responsabile del settore caccia e fauna selvatica della LAV – la sentenza afferma con chiarezza che un animale non è un oggetto e il maltrattamento non si configura solamente tramite l’inflizione di patimenti fisici, ma anche causando disagio psico-fisico.”
Dai primi mesi del 2008 il Daino, grazie alla favorevole pronuncia del PM dott.ssa Manganelli, vive libero in un’area di quattro ettari presso il Centro del Corpo Forestale dello Stato della foresta Mercandante (Bari).
La vicenda risale al novembre 2007, quando la LAV rappresentata dall'avvocato Domenico Caringella e con il supporto dei pareri qualificati della biologa Barbara Bartoli e del medico veterinario Marilisa Picca, denunciò alla Procura di Trani la detenzione di questo Daino in condizioni incompatibili con la sua natura: l’animale (come mostrano le fotografie allegate) era detenuto presso la masseria Ceci di Ruvo di Puglia, in un piccolissimo recinto a pianta quadrata, in evidenti condizioni di malessere e incuria. Il recinto che lo ospitava affacciava da un lato sulla strada provinciale, l'animale appariva stressato e impaurito a causa dei rumori, dei movimenti di persone e di automobili lungo la strada, e manifestava la sua agitazione correndo ossessivamente da una parte all’altra del recinto.
“Plaudiamo con grande soddisfazione al positivo pronunciamento del GUP di Trani – dichiara Massimo Vitturi, responsabile del settore caccia e fauna selvatica della LAV – la sentenza afferma con chiarezza che un animale non è un oggetto e il maltrattamento non si configura solamente tramite l’inflizione di patimenti fisici, ma anche causando disagio psico-fisico.”
Dai primi mesi del 2008 il Daino, grazie alla favorevole pronuncia del PM dott.ssa Manganelli, vive libero in un’area di quattro ettari presso il Centro del Corpo Forestale dello Stato della foresta Mercandante (Bari).