La filaria può colpire il cane, la volpe, il coyote, il gatto ed il furetto, ma anche l'uomo, in cui può causare l'insorgenza di una malattia nota con il nome di elefantiasi. Le malattie trasmesse dagli animali all'uomo, ma non viceversa, sono dette "zoonosi" e rivestono notevole importanza, soprattutto a livello della profilassi della salute pubblica. I fattori che influenzano la diffusione della parassitosi dipendono dal grado di concentrazione di individui infetti, dal numero di zanzare presenti e dal tipo di ambiente, che può facilitarne lo sviluppo in tempi brevi.
SEGNI CLINICI
Gli animali infestati da filarie presentano inizialmente tosse seguita da facile affaticabilità, mentre nella fase terminale i segni caratteristici sono rappresentati da alterazioni del ritmo respiratorio ed insufficienza cardiaca, per cui si ritrova emoglobina nelle urine.
DIAGNOSI
Si basa sulla sintomatologia clinica e su test che confermino la presenza del parassita, come esami del sangue, radiografie toraciche o ecocardiografie. Gli animali colpiti raramente hanno un'età inferiore all'anno e per lo più superano i due anni.
Il trattamento non è agevole e dovrebbe essere intrapreso solamente dopo un attento esame del soggetto e dopo che siano state messe in atto tutte le terapie di supporto del caso, per migliorare le condizioni dei cani con gravi sintomatologie. Prima di tutto, è necessario combattere farmacologicamente i parassiti adulti, che sono i più patogeni, poi, terminata la terapia nei loro confronti, deve essere intrapreso un trattamento contro le larve circolanti nel sangue. Nel caso in cui gli adulti, oltre che nelle arterie polmonari, fossero presenti anche nelle vene afferenti al cuore, ne è consigliata la rimozione chirurgica.
SEGNI CLINICI
Nel gatto la sintomatologia è solitamente acuta e di tipo respiratorio, eventualmente associata anche a vomito. In questa specie, anche un solo parassita può essere causa di gravi sintomi e morte improvvisa.
DIAGNOSI
Si basa sulla sintomatologia clinica e su test che confermino la presenza del parassita, come esami del sangue, radiografie toraciche o ecocardiografie. Nel gatto, però, questi test hanno bassa sensibilità.
TRATTAMENTO
Il trattamento non è agevole e dovrebbe essere intrapreso solamente dopo un attento esame del soggetto e dopo che siano state messe in atto tutte le terapie di supporto del caso, per migliorare le condizioni dei gatti con gravi sintomatologie. Infatti, per i gravi rischi conseguenti alla morte dei parassiti, nel gatto si preferisce attuare una terapia conservativa, riservando la terapia adulticida solo ai casi in cui non sia possibile controllare i sintomi della malattia.
A cura della Dr.ssa Maurizia PallanteFONTE: www.vet-in-time.it