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venerdì 17 ottobre 2008

"I CANILI ROMANI NON POSSONO DIVENTARE UN BUSINESS"
(creata da Simona Novi, presidente dell'Associazione Volontari Canile di Porta Portese)

L’Associazione Volontari Canile di Porta Portese ricorda agli amministratori capitolini di attenersi alle normative nazionali per l’affidamento della gestione dei canili pubblici, i 1.300 cani ed i gatti che alloggiano nei canili comunali romani di Muratella, ex Poverello, ex Cinodromo, e Valle dei Cuccioli, e che secondo la normativa vigente sono sotto la diretta responsabilità del Comune di Roma e quindi del Sindaco Alemanno, si rivolgono al Sindaco: “Vogliamo un futuro che non sia un lager”. L’Associazione Volontari Canile di Porta Portese, una onlus senza fine di lucro che li accudisce da 11 anni (dal 1997 attraverso una convenzione con il servizio veterinario ASL RMD e poi, dall’ottobre del 2001, in convenzione con il Comune di Roma) ha la convenzione in scadenza dal 31 ottobre p.v. e, nonostante ha subito e subisce continui blocchi dei pagamenti da parte del Comune di Roma, continua ad accudire 1.300 animali, tra cani e gatti; occupa più di 100 lavoratori; impegna 120 volontari attivi su base settimanale, contando su più di 430 soci volontari regolarmente iscritti all’Associazione. Ogni anno garantisce felici adozioni ad una media di 2.000 animali: nel 2007, ad esempio, ha fatto adottare 1.872 cani e 157 gatti. Si parla oggi di una gara europea aperta alle società commerciali per l’affidamento di tutti i servizi: dalla cura del benessere animale, alle adozioni, dai terapisti ai rieducatori, dall’ufficio rapporti con il cittadino ai servizi amministrativi. Si intende forse trasformare un “caso di eccellenza” in un canile lager? Roma Capitale, per 15 anni all’avanguardia nella politica dei diritti degli animali e prima città in Italia ad istituire nel 1994 l’Ufficio Diritti degli Animali, non può assolutamente ignorare la normativa regionale e nazionale che indica ai comuni italiani di affidare PRIORITARIAMENTE la gestione dei canili pubblici alle associazioni o agli enti aventi finalità di protezione degli animali in nome di un criterio di “economicità” che si riferisce non solo a chi garantisce minori costi di gestione dei canili ma soprattutto a chi garantisce il benessere degli animali e le attività dirette al loro affidamento e al relativo controllo (Legge Nazionale 281 del 14 agosto 1991, Legge Regionale n. 34 del 21 ottobre 1997, Circolare n. 5 del Ministero della Sanità in data 14 maggio 2001 di attuazione della Legge Nazionale 281). L’Associazione Volontari Canile di Porta Portese invita quindi tutti i cittadini a far sentire la loro voce: recuperare e far adottare gli animali randagi, oltre a rappresentare di per sé un valore etico e civile indiscutibile, reca proporzionale risparmio di denaro pubblico e va quindi nell’interesse della collettività. E chi meglio delle associazioni onlus senza fini di lucro possono garantire trasparenza? Gli imprenditori pensano ai loro interessi economici. Le associazioni no. L’Associazione Volontari Canile di Porta Portese, fino a che la gara non sarà espletata e non sarà ufficializzato il nome del vincitore, pretende di continuare in un lavoro “trasparente” che dura ormai da 11 anni.
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