Credo che sia evidente che le zone più sensibili ai danni solari sono quelle dove la pelle non è pigmentata (cioè rosa) e parzialmente o completamente priva di peli.
In entrambe le specie la presenza di ferite o cicatrici rappresenta un ulteriore fattore di rischio (perchè anche qui la pelle è rosa, giovane e non coperta da peli).
Il primo stadio delle cosiddette lesioni “attiniche” (cioè causate dalle radiazioni solari), è rappresentato dall’eritema: la pelle si arrossa, si formano delle piccole bollicine e la zona interessata tende a gonfiarsi leggermente. Laddove la pelle è sottile, come sulla punta delle orecchie, si possono notare i vasi sanguigni che si dilatano. Con il proseguire dell’esposizione le lesioni spesso tendono ad allargarsi e aggravarsi, quindi tendono a formarsi inizialmente delle piccole scagliette, poi le lesioni si “aprono” e si formano delle piccole ulcere superficiali.
La terapia consiste nel limitare più possibile l’esposizione dell’animale al sole e nell’utilizzare protezioni solari ad alto schermo (che semplicemente si spalmano sulle zone interessate). Se le ulcere sono estese (le zone dove la pelle si è “aperta”), può essere necessario associare un antibiotico per bocca.
È ovvio che il primo consiglio che posso dare è di proteggere con cura gli animali dal sole. Chi ha un animale con la pelle rosa e/o con il pelo rado come quelli descritti precedentemente (e riportati nelle foto) dovrebbe evitargli l’esposizione al sole, soprattutto nelle ore più calde della giornata (proprio come ai bambini). Quando ciò non fosse possibile, sarebbe opportuno proteggere la pelle del nostro amico con protezioni solari (ne esistono di specifiche per animali, ma anche quelle nate per l’uso umano vanno bene). Nel caso in cui si inizino ad osservare i primi danni prodotti dal sole il divieto di esposizione nelle ore più calde della giornata dovrebbe diventare tassativo, così come l’obbligo di utilizzare dei prodotti solari; non vorrei fare del terrorismo, ma considerate che il vostro animale potrebbe già essere in una fase pre-tumorale.
Nel caso in cui la pelle non risulti “integra” si dovrebbe contattare il veterinario per valutare la necessità o meno di una terapia antibiotica. Qualora la progressione delle lesioni sia arrivata allo stadio di tumore (e in questo caso sarà il veterinario a stabilirlo ), l’unica terapia è quella chirurgica, con l’asportazione, quando possibile, delle zone interessate.
Considerata l’entità dei potenziali danni (tumori), considerato che non sempre i tumori (anche quelli causati dal sole) possono essere asportati (le orecchie al gatto si possono togliere, ma una lesione estesa, ad esempio sul naso, spesso non consente una completa asportazione chirurgica) e considerata la conoscenza dei fattori di rischio e delle possibili metodiche di prevenzione, il mio suggerimento è ovvio e banale: avete la conoscenza, avete le armi: lavorate sulla prevenzione!
FONTE: Veterinaria Giustiniana