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Come giocare correttamente con un gatto

giovedì 29 ottobre 2009

Il gioco ovviamente è una componente importante ed indispensabile della vita e ce ne accorgiamo facilmente, osservando cani, gatti e...bambini; ma come al solito bisogna stare molto attenti alle differenze.
Per quanto riguarda i gatti possiamo distinguere due tipologie fondamentali: i giochi individuali (simili sia in assenza, che in presenza di esseri umani) e i giochi sociali (che prevedono delle forme di adattamento al partner umano). Vediamo dunque di esaminarli nei dettagli anche per capire come relazionarci nella maniera più corretta possibile col nostro gatto domestico.

Per quanto riguarda i giochi individuali, diciamo che essi si adattano semplicemente al contesto e ai luoghi che l'ambiente offre e sempre più spesso questo ambiente è la casa del proprietario: essa offre comunque delle analogie con situazioni esterne.

Per citarne solo alcune, ad esempio, lo spazio vuoto sotto i mobili corrisponde a quello sotto le piante; le mensole o la parte superiore dei mobili, corrispondono ai rami degli alberi; le pallottoline di carta d'alluminio corrispondono alle pigne dei pini o ad una preda morta; gli oggetti che si muovono sull'acqua di una vasca, corrispondono a dei pesci o delle rane, facili da catturare.

Ovviamente alcuni di questi giochi individuali diventano sociali, per il fatto che l'uomo funge da agitatore o attivatore dell'oggetto stesso. I giochi sociali veri e propri però sono quelli che prevedono un'interazione ed un adattamento col partner umano. Intanto deve essere presente anch'egli. Poi il partner di gioco è sia la persona nel suo insieme che una parte mobile del suo corpo (come una mano o un piede).

Attenzione però, perché questo tipo di giochi, coi gatti adulti specialmente, potrebbero trasformarsi bruscamente in aggressioni da difesa oppure in vere e proprie sequenze di caccia e terminare quindi con graffi o morsi. Dal momento che questo tipo di evenienza si ha per lo più solo nel gatto che vive in appartamento e molto più raramente in quelli che vivono fuori, si pensa che sia un tentativo di adattamento da parte del gatto ad un ambiente ipostimolante.

Cerchiamo dunque di capire come rendere l'ambiente domestico più interessante per il gatto e soprattutto come interagire con lui senza correre rischi di subire attacchi improvvisi con le relative conseguenze poco piacevoli.

Osservando i giochi quotidiani e le modalità di caccia del gatto possiamo intanto dedurre alcune regole per giocarci tenendo conto delle sue esigenze e delle sue abitudini. Intanto sappiamo che la maggioranza dei gatti ha voglia di giocare e che la maggior parte lo fa per tempi superiori a 5 minuti.

Il gatto (essendo una specie predatrice) si attiva col movimento: la maggior parte dei suoi giochi infatti deriva dagli atti motori tipici dei comportamenti di caccia. E tale caccia si esercita su prede di piccole dimensioni.
I giocattoli da proporre pertanto dovranno essere piccoli e mobili (ma non troppo piccoli per evitare pericoli derivanti dall'ingestione accidentale): palle, piume, pallottole di carta d'alluminio, tappi di bottiglia (in plastica), zampa di coniglio, topi finti di falsa pelliccia, ecc.

Agitare questi oggetti, lanciarli raso terra, farli pendere da una cordicella, e così via rappresenterà per il vostro micio uno stimolo troppo allettante per rimanere indifferente: si innescherà quindi la sequenza tipica del comportamento di caccia (con eccitazione, vigilanza, ecc.).

Ricordiamoci che la caccia ha fine con la fuga o con la cattura della preda. La fuga della preda tende a rinforzare il comportamento di gioco/caccia all'inizio, ma lo indebolisce sino ad estinguerlo, se la preda scappa sempre. La cattura al contrario lo rinforza.


Tenete altresì presente che in natura il gatto cattura in media una preda ogni dieci battute di caccia. Quindi dovrà riuscire a catturare il giocattolo/preda più di una volta su dieci. Se la cattura della preda è fatta tramite le zampe, ovviamente dobbiamo prevedere l'uso delle unghie sfoderate per l'occasione, per cui attenzione a proteggervi le mani.

In genere si consiglia, per evitare rischi di graffiature, di non adoperare direttamente le mani per muovere il giocattolo/preda ma di piazzarlo all'estremità di una cordicella o di un bastone in maniera che sia separato di circa un metro dalla mano con cui lo controlliamo. Questo non solo per la nostra incolumità, ma anche per evitare che il gatto impari a considerare accettabile il graffiare e/o mordere le mani.

Il topo e l'uccellino, prede favorite del gatto, non rimangono mai immobili e disponibili. Allo stesso modo i giochi proposti al gatto non andrebbero mai lasciati a sua disposizione permanentemente, ma dovrebbero anch'essi scomparire dalla sezione di gioco.

Per imitare la natura è consigliabile dunque raccogliere i suoi giochi in una scatola apposita, se poi dovesse essere dotata di piccole aperture da cui il gatto può estrarre i suoi giocattoli, ecco che essa stessa potrebbe diventare un gioco da proporgli come ulteriore svago. E siccome poi non capita mai che la stessa preda ritorni nello stesso posto, è auspicabile trovare sempre nuovi oggetti da proporre in luoghi sempre diversi.

Cerchiamo anche di capire quali sono i giochi che il gatto preferisce, tenendo presente però che anche quelli che al momento non suscitano più interesse potranno prima o poi tornare di moda.

Fate giocare all'oggetto il ruolo della preda che si spaventa e scappa, si nasconde, si mostra, si arrampica, salta e fugge, utilizzate posti come il pavimento, la poltrona, il tavolo, il divano per creare dei nascondigli e degli spazi scoperti in modo che il giocattolo/preda possa sparire e riapparire.

Provate a trascinare un sacchetto di carta dura, vedrete che susciterete immediatamente l'interesse del vostro gatto che prenderà ad inseguirla, ad esplorarla. Se poi fate dei buchi nel sacchetto e vi fate passare una piuma o una cordicella, il gatto sarà ancora più motivato.

Al contrario del cane, dove è sconsigliabile (per motivi di ordine gerarchico) lasciare a lui l'iniziativa, per quanto riguarda il gatto, è a lui che va lasciata la prerogativa di decidere quando e se giocare. Diventa fondamentale pertanto rispettare i suoi ritmi e le sue voglie, senza forzarlo a giocare quando non ne ha voglia.
Nel caso in cui si dimostrasse disinteressato ad interagire con noi, eventualmente torniamo dopo qualche minuto, magari dopo che ha terminato la toilette e sarà finalmente dell'umore giusto per prendere in considerazione le nostre proposte di gioco (piuma, pallina da ping pong o un topolino finto che sia).

Teniamo presente anche che il gatto ama cacciare soprattutto alla luce tenue della sera o al primo mattino. Per cui a volte, per risvegliare il suo istinto di caccia, basta abbassare l'illuminazione dell'ambiente.

Infine non ci dimentichiamo che il gatto è uno sprinter e non un corridore di fondo, per cui si stanca presto. La durata di ogni sessione di gioco non dovrà quindi durare più di 5-15 minuti, pena l'esaurimento del suo interesse e della sua motivazione. In tal caso è consigliabile aspettare e tornare a provocarlo più tardi, anche più volte (sino ad una dozzina al giorno), sempre che ne abbiate tempo e voglia.
Un altro concetto importante è quello del cosiddetto arricchimento ambientale. Considerato che l'ambiente esterno per un gatto è notevolmente più interessante del noioso e monotono ambiente domestico, dovremmo cercare di rendere quest'ultimo più attraente ed avventuroso possibile. Dovremo di conseguenza arricchirlo trasformandolo in una vera e propria palestra per gatti.

A tale scopo vanno benissimo ad esempio delle scatole di cartone con buchi di circa 10 cm di diametro, attraverso cui il gatto potrà felicemente nascondersi ed osservare la realtà esterna, oppure cercare di sfruttare anche la tridimensionalità offerta da quelle costruzioni, ormai di facile reperimento presso i negozi di animali, organizzate su più livelli o dei tunnel di cartone (costruiti da noi stessi).

Ed ancora inventarsi dei nascondigli perché il cibo non sia immediatamente alla sua portata (ad esempio perforare delle scatoline di plastica all'interno delle quali mettere dei croccantini, che dovrà estrarre con le zampine), costruire un'amaca con un vecchio lenzuolo, collocare bacinelle d'acqua con oggetti galleggianti al loro interno, da far muovere e catturare, e così via dicendo, dando così spazio anche alla nostra di fantasia.
L'importante è capire che il gatto ha bisogno di attività cognitive stimolanti, per sviluppare le sue naturali doti di riflessione ed analizzare problemi sempre nuovi, da risolvere utilizzando le sue capacità deduttive.

Solo così avremo un gatto attivo e felice, aiutandolo a mantenere basso il suo livello di stress e di noia, fornendogli al contempo, di conseguenza, una salute psicofisica invidiabile.

A cura del dr. Antonio Sessa

FONTE: astrovet.blogspot.com