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Tom Regan in Italia

martedì 29 settembre 2009

La "Settimana Vegetariana Mondiale" che avrà luogo in tutto il mondo dall’1 al 7 ottobre prossimo, sarà anche un'occasione per incontrare Tom Regan in Italia, sarà infatti presente in varie città del nostro paese per presentare la nuova edizione del suo libro più che famoso: Gabbie Vuote, Edizioni Sonda.

Professore emerito di Filosofia presso la North Carolina State University, Tom Regan è universalmente riconosciuto come il leader intellettuale del movimento per i diritti animali, Durante gli oltre 30 anni di attività accademica, ha ricevuto numerosi riconoscimenti per l'eccellenza dei suoi corsi di insegnamento pre e post-laurea, è stato nominato University Alumni Distinguished Professor, ha pubblicato centinaia di articoli specialistici e più di 20 libri sull'argomento e ha vinto i più importanti premi internazionali per sceneggiature e regie di film e ha tenuto centinaia di relazioni in tutti gli Stati Uniti e all'estero. Con la moglie Nancy ha fondato The Culture & Animal Foundation.



  • 3 ottobre 2009 ore 11,30 Capalbio (Grosseto): la partecipazione straordinaria è al lancio dell’iniziativa “Veg+” di Ascom-Confcommercio e LAV.
  • 4 ottobre ore 18,30 Roma: presentazione della nuova edizione di Gabbie vuote in occasione del lancio della Campagna LAV sull’alimentazione consapevole. Parteciperanno Licia Colò, Mario Tozzi, Gianluca Felicetti (LAV). L'incontro è in Margutta RistorArte Vegetariano , via Margutta 118. .
  • 5 ottobre ore 17, 30 Genova: consegna della prima edizione del Premio Empty Cages Prize 2009 a Tom Regan che pronuncerà una Lectio Magistralis sul tema: Come vedo il futuro dei diritti animali. Parteciperanno Luisella Battaglia, Luca Borzani. In collaborazione con la Fondazione di Palazzo Ducale e l’Università di Genova. L'appuntamento è nella sala del Minor Consiglio in Palazzo Ducale.
  • 7 ottobre ore 21.00 Milano: presentazione della nuova edizione del libro con la partecipazione Barbara De Mori, Massimo Comparotto, Massimo Filippi. In collaborazione con OIPA e Oltre la specie. Appuntamento in via Borgogna 3 (piazza San Babila) Casa della Cultura.

    Ulteriori informazioni: OIPA Italia

L'otoacariasi o rogna otodettica del cane e gatto

sabato 26 settembre 2009

Quando il vostro cane o gatto si gratta l'orecchio, scuote la testa, tiene il capo reclinato da una lato, va fatto esaminare con urgenza: di solito la causa è proprio un problema alle orecchie, che determina un'infiammazione di questi organi, il cui termine medico è otite.

Nel campo delle otiti ve ne sono di differenti origini: da corpo estraneo, batteriche, micotiche e alcune di origine parassitaria, ovvero causate dalla presenza di piccoli acari che vivono nel condotto uditivo, nutrendosi di cerume e detriti cellulari; quindi di per sé banali e benigne se trattate precocemente; ma che, se non curate adeguatamente, possono dar luogo ad un'ulteriore evoluzione della patologia originaria, anche nota come rogna otodettica (a causa del forte prurito), in otiti complicate, molto più serie e più gravi per l'organo stesso, in quanto possono arrivare sino alla compromissione della funzione uditiva.

Esistono diversi tipi di acari che possono invadere il condotto uditivo di cani, cuccioli, gatti e gattini. Comunque nei cuccioli e nei gattini il più comune acaro dell'orecchio è senz'altro l'Otodectes cynotis.

Si tratta di acari psoroptici, dalle tipiche zampe lunghe, di colore bianco (riconoscibili facilmente se esaminati con l'ausilio di una lente di ingrandimento, come quella dell'otoscopio) liberi di muoversi e dotati, da adulti, di 4 paia di arti.

Il loro ciclo vitale (uovo-larva esapode-protoninfa-deutoninfa-adulto) dura circa tre settimane, e la durata complessiva della loro vita da adulti è approssimativamente di due mesi. La trasmissione avviene solitamente per contatto diretto o più raramente indiretto, attraverso l'ambiente (cucce, coperte, tappeti, ecc.), dove però possono sopravvivere al massimo per alcune settimane.

La caratteristica principale è la mancanza di specie-specificità, ovvero gli stessi acari possono infestare indifferentemente sia i gatti che i cani. A questo proposito si ritiene che il 50% o più della totalità delle otiti del gatto ed il 10% di quelle del cane siano causati da acari auricolari. Le infestazioni nei felini (che appaiono essere di gran lunga i più predisposti) variano differentemente da Paese a Paese con valori di appena 3,5% in Australia e fino al 75% negli Stati Uniti.

Ad ogni modo nella diagnosi e nel trattamento degli acari dell'orecchio non è particolarmente importante identificare esattamente e scientificamente il tipo di acaro presente. Abitualmente, infatti, questi parassiti vengono semplicemente chiamati acari dell'orecchio. Inoltre, contrariamente a quanto comunemente si crede, tali acari possono vivere, oltre che nell'orecchio, ovunque sul corpo degli animali, e in particolare su collo, groppa e coda. Gli acari dell'orecchio sono estremamente contagiosi e particolarmente diffusi nei giovani. Si possono trasferire dal corpo della madre a quello dei figli.

Addirittura sembra che le stesse pulci possano veicolarli, trasportando, adesi su di sé, sia gli acari che le loro uova! Inoltre, proprio per la mancanza di specie-specificità che li contraddistingue, possono essere facilmente trasmessi dai cani e gatti infestati agli altri animali domestici, quali conigli, criceti, topi, furetti, ecc. Il periodo d'incubazione (ovvero il tempo che intercorre dal contagio alla manifestazione dei sintomi) varia da una a due settimane. L’uomo, invece, non viene infestato e pertanto questa non può considerarsi una zoonosi.

I cuccioli e i gattini con gli acari auricolari si grattano la zona intorno alle orecchie e/o scuotono la testa in continuazione, dal momento che questi parassiti causano un’intensa irritazione, oltre che per la loro azione meccanica diretta, sembra anche per lo scatenamento di una vera e propria reazione allergica (a questo proposito si è riscontrata una reazione allergica crociata con gli acari della polvere di cui sono lontani parenti).

L’entità di queste manifestazioni sembra comunque essere indipendente dalla carica infestante; in quanto è dovuta principalmente alla reazione dell'organismo ospite e alla sua diversa sensibilità: può infatti decorrere indifferentemente in forma silente (dal punto di vista del prurito) oppure si può avere un lieve fastidio o al contrario un prurito intenso con lesioni da grattamento anche serie sino alle forme più gravi che possono esitare in vere e proprie crisi epilettiche.

Nello stadio avanzato della malattia, si può riscontrare un sanguinamento dei condotti uditivi, al cui interno si osserva la presenza di sangue (fresco o coagulato) e a volte anche esternamente sono visibili spesse croste bruno rossastre attorno e all'interno dei padiglioni auricolari. Il sangue secco è molto simile ai fondi di caffè; pertanto se scrutate nelle orecchie del vostro animale e notate l'accumulo di un materiale simile, probabilmente sono presenti degli acari, benché sia anche possibile una concomitante infezione batterica e/o da lieviti.
L’infestazione da acari dunque è una malattia comune che non va tuttavia sottovalutata. Se non vengono trattati infatti, questi parassiti danneggiano gravemente (direttamente o indirettamente) il condotto uditivo ed il timpano, causando perdite di udito permanenti oppure, a causa dello scuotimento continuo e violento delle orecchie, si può arrivare alla rottura dei capillari del padiglione auricolare con conseguente otoematoma, che richiede, nella maggior parte dei casi, una terapia chirurgica per la sua risoluzione.

Nei casi in cui l’infestazione si spinge anche al di fuori dall'orecchio, l’animale a volte si gratta le zone colpite, altre volte no. In commercio si trovano molte preparazioni per uccidere gli acari. Questi prodotti contengono un insetticida, di solito piretrine, carbammati, organofosforici o altre sostanze di sintesi più recenti, con analoga funzione.

I prodotti per le orecchie che non contengono insetticidi non elimineranno gli acari e per questo è inutile usare prodotti umani che ovviamente non contengono tali sostanze. A seconda del farmaco usato poi, può essere necessario trattare le orecchie per 1 - 3 settimane e comunque sino alla completa scomparsa degli acari.

Come già ricordato, molti acari delle orecchie vivono sull’intera superficie del corpo dell’animale, comprese le zampe e la coda, per cui a volte si rende necessario trattare anche queste zone. In questo caso saranno efficaci prodotti studiati per le pulci e le zecche come spray, spot-on, e shampoo che contengono una delle sostanze sopracitate.

Verificate accuratamente di utilizzare prodotti approvati specificamente per i gatti quando trattate tali animali (perché spesso quelli usati per i cani sono tossici per il gatto) e soprattutto abbiate cura di trattare anche la coda. Oltre alle orecchie è proprio questa, infatti, che arrotolandosi attorno al corpo del gatto durante il sonno, risulta essere una delle parti più a stretto contatto con le orecchie. Essendo gli acari facilmente trasmissibili tra tutti gli animali domestici, è opportuno trattare contemporaneamente tutti quelli che vivono nella stessa casa.

Molti tipi di acari non sopravvivono a lungo fuori dagli animali, e quindi, di solito, non occorre trattare anche la casa ed il cortile. Ad ogni modo ovviamente seguite sempre le indicazioni e i consigli che solo il vostro veterinario è in grado di darvi, una volta esaminato il vostro animale e fatta la corretta diagnosi, prescrivendovi i prodotti più indicati e dandovi direttive precise su come comportarvi caso per caso.

A cura del dr. Antonio Sessa

FONTE: astrovet.blogspot.com

“Ordinanza contingibile ed urgente recante misure per garantire la tutela e il benessere degli animali di affezione”

mercoledì 9 settembre 2009

Sottoscritta dal Sottosegretario alla Salute On. Francesca Martini lo scorso 16 luglio, l'ordinanza è stata pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale n. 207 del 7-9-2009, speriamo si trasformi presto in "Legge" per essere maggiormente efficace contro il randagismo.

Cosa ordina:
  • 1. L'affidamento del servizio di mantenimento e gestione, da parte dei Comuni, dei cani randagi posti sotto la loro responsabilita' secondo le norme vigenti, deve tener conto della natura di esseri senzienti degli animali, applicando i requisiti di cui al comma 2 anche alle procedure di cui agli articoli 55 e 56 del decreto legislativo 12 aprile 2006, n. 163.
  • 2. I Comuni, ai fini dell'attuazione del comma 1, quali livelli essenziali di tutela e benessere degli animali sono tenuti ad assicurare:
  • a) la microchippatura dei cani e la contestuale iscrizione nell'anagrafe canina a nome del Comune di ritrovamento e la sterilizzazione entro il termine di sessanta giorni e, comunque, sempre prima dell'eventuale trasferimento in altro Comune avvalendosi del servizio veterinario dell'azienda sanitaria locale competente per territorio o di medici veterinari liberi professionisti convenzionati;
  • b) evitare lo stress degli animali di affezione dovuto a trasporti su lunga distanza che comunque devono essere effettuati nel rispettodel regolamento (CE) 1/2005 e del decreto legislativo 25 luglio 2007,n. 151;
  • c) il possesso da parte della struttura individuata di requisiti strutturali e condizioni di mantenimento almeno non inferiori a quelli previsti dalle leggi regionali e dei regolamenti attuativi del territorio di provenienza dei cani;
  • d) il possesso da parte della struttura individuata dell'autorizzazione sanitaria e la presenza di un medico veterinario libero professionista come responsabile sanitario;
  • e) la struttura individuata per il mantenimento dei cani, inclusi eventuali moduli contigui alla struttura, non deve avere un capacita' superiore o superare le duecento unita' di animali;
  • f) la capacita' di restituzione dell'animale al proprietario che ne faccia richiesta, prevedendo la precisa indicazione delle procedure e delle modalita' per assicurare tale restituzione;
  • g) la struttura individuata per il mantenimento dei cani, deve prevedere l'accesso alla struttura e la presenza delle associazioni riconosciute in conformita' alla vigente normativa regionale, onlus o enti morali aventi come finalita' la protezione degli animali, al fine di favorire l'adozione dei cani;
  • h) garantire attivita' che aumentino l'adottabilita' dei cani e l'apertura al pubblico della struttura almeno tre giorni a settimana, di cui uno festivo o prefestivo, per almeno quattro ore al giorno. L'orario di apertura al pubblico deve essere comunicato all'azienda sanitaria locale competente per il territorio di ritrovamento e di arrivo degli animali e deve essere esposto in modo ben visibile tramite apposita cartellonistica all'ingresso della struttura;
  • i) implementazione di ulteriori iniziative utili a incentivare l'adozione dei cani anche attraverso l'affissione presso l'albo pretorio e altri spazi pubblici o apposite pagine sul proprio sito internet.
  • 3. I Comuni in sede di bando di gara o di convenzione e di valutazione delle offerte economiche devono prevedere principi di prelazione a favore delle strutture che:
  • a) comportino minimi spostamenti degli animali preferendo ove possibile strutture sul proprio territorio provinciale o regionale;
  • b) si avvalgono di servizi prestati da associazioni riconosciute in conformita' alla vigente normativa regionale, onlus o enti morali aventi come finalita' la protezione degli animali;
  • c) siano gestite da associazioni riconosciute in conformita' alla vigente normativa regionale, onlus o enti morali aventi come finalita' la protezione degli animali.
  • 4. Il Sindaco del Comune rimane responsabile dei cani prelevati sul proprio territorio e collocati in strutture site in altri Comuni ed in altre regioni di provenienza e deve:
  • a) informare del trasferimento dei cani il servizio veterinario dell'azienda sanitaria locale competente per territorio della struttura individuata;
  • b) effettuare verifiche periodiche sullo stato di salute e benessere dei propri animali non meno di una volta l'anno;
  • c) dare comunicazione dei risultati ottenuti e dello stato di salute e benessere degli animali al Consiglio comunale anche nel Rendiconto della gestione.
  • 5. Il servizio veterinario dell'azienda sanitaria locale competente per territorio sulla struttura individuata resta comunque responsabile della vigilanza sulla struttura stessa, sulle condizioni igienico sanitarie e di benessere degli animali e sulle azioni di prevenzione e di profilassi effettuate.

Vivere con il gatto

mercoledì 2 settembre 2009

La relazione con un gatto ci dona relax, armonia, intimità, grazia, creando nel nostro mondo una sorta di rifugio che ci permette di staccare la spina e goderci un po’ di tranquillità domestica. Il gatto è affettuoso ma non asfissiante, è presente ma nello stesso tempo discreto. Non è affatto vero che il gatto non si affeziona all’ uomo e molte delle dicerie che vedono il gatto come egoista, approfittatore, traditore, sornione e soprattutto autonomo sono pregiudizi che derivano dal fatto che viene sempre utilizzato come modello positivo di relazione il cane, per questo non ci si accorge di quanto il gatto si affidi alle cure del proprietario e a quanto vi sia legato: per il gatto vivere con l’ uomo significa rimanere in famiglia per tutta la vita. Ha bisogno di una presenza discreta, fatta di abitudini e rituali, vuole la certezza di poter contare su di noi, ci chiama ogni volta che si trova in difficoltà. La sua tendenza esplorativa è sempre indice della nostra capacità di aver creato una situazione complessiva che infonde in lui sicurezza e benessere. Avere un gatto significa dedicargli del tempo e delle attività e non solamente dargli cibo e coccole: è indispensabile intervenire sull’ ambiente domestico per farlo sentire in una condizione di perfetta integrazione con il suo mondo e con noi, è indispensabile dar vita a dei rituali che consentano al gatto di regolare il proprio bioritmo al nostro.
Nel mondo felino non ci sono giochi di squadra , schemi di concentrazione, dinamiche di comando e ubbidienza come per i cani, esiste solo il piacere di stare insieme tra amici: per il gatto il padrone rappresenta un compagno di giochi, la preda, il predatore, l’ oggetto posseduto, il luogo da abitare.
Adottarne uno significa accettare la sua visione tridimensionale della casa, per questo non bisogna innervosirsi del fatto che salterà sui mobili, sui ripiani e visiterà qualsiasi apertura accessibile. Quella con il gatto è una vera e propria convivenza, fatta di momenti di incontro e di momenti in cui preferisce stare solo e vive a modo suo la casa.

Necessità primarie

Il gatto cerca la sua sicurezza nel luogo in cui vive , a differenze del cane che la ricerca nel rapporto con il proprietario, per questo bisogna fare attenzione ogni volta che si decide di modificare l’ ambiente in cui vive, come ad esempio spostare un divano, rivoluzionare la destinazione d’ uso di una stanza, il cambio di deodoranti.
Prima dell’ ingresso in casa del gatto è necessario preparale nel modo giusto, togliendo tutti gli oggetti in bilico che potrebbero essere pericolosi per lui e impostando una compartimentazione della casa in zone adibite alle sue diverse attività:
  • zona di toeletta: sempre accessibile ma tranquilla e non disturbata
  • un’ area per il bere e il mangiare: distante dalla toeletta
  • una zona di riposo: il più possibile decentrata
Il gatto ha necessità comportamentali molto semplici ma di fondamentale importanza, come la riservatezza, la libertà di avere una via di fuga in situazioni per loro non piacevoli e la possibilità di avere facile accesso alle risorse primarie.
Preferisce fare piccoli pasti durante tutto l’ arco della giornata, perciò ha bisogno di una zona della casa in cui sia sempre presente cibo e si consiglia quindi di utilizzare le crocchette.
Per soddisfare la seta necessita di acqua a disposizione che sia sempre pulita , fresca e abbondante, a volte alcuni gatti prediligono abbeverarsi dal getto dei rubinetti della casa perché attratti dal movimento dell’ acqua e per assumerne sempre di fresca, per ovviare si possono installare in alcuni punti della casa della piccole fontanelle-abbeveratoio, ideate appositamente per loro, che garantiscono un continuo ricircolo dell’ acqua fornendo una valida alternativa al dover aprire il rubinetto del lavandino.
Il nascondersi e cercare rifugio in luoghi alti è tra le principale strategie feline per ridurre lo stress, per questo è necessario concedere l’ opportunità al gatto di rintanarsi e arrampicarsi se lo desidera. Dal momento che nella nostre case , a causa dell’ arredamento, l’ accesso alle zone di riposo collocate in alto è limitato, si possono adottare alcune soluzioni: installare dei ripiani su cui il gatto possa salirvi senza arrecare danni oppure munirsi degli arrampicatoi studiati appositamente per loro nei quali ci sono zone per il gioco, per il relax , per il cibo e il graffiatoio, queste strutture sono ideate per essere non solo apprezzate dal gatto, sulle quali si diverte, ma anche dal proprietario in quanto possono essere facilmente adattabili all’ arredamento di casa.
Un altro elemento fondamentale da introdurre in casa è la cassetta igienica che deve essere collocata in un logo tranquillo e appartato e lontano dalla zona cibo. Si deve scegliere una lettiera adatta ovvero che fornisca uno strato soffice e facilmente rastrellabile. Lo strato della lettiera deve essere tale da permettere al gatto di scavare un buco nel quale poi farà i suoi bisogni per poi ricoprirli. È importante all’ inizio comprendere quale sia il modello di lettiera che preferisce il gatto, per evitare che si cerchi luoghi alternativi per sporcare, per questo l’ ideale sarebbe avere almeno due modelli, quello aperto e quello chiuso, collocati in luoghi diversi per far scegliere al gatto quale preferisce.

I sistemi di comunicazione

Il gatto vive in un universo di odori: il suo modo di attribuire famigliarità all’ ambiente è proprio quello di apporvi dei marchi chimici, i feromoni, che vengono prodotti in diverse regioni della cute: guance, mento, dorso, base coda e polpastrelli.
Il graffiare rappresenta un importante strumento di comunicazione, sia come segnale visivo, con le graffiature verticali in zone visibili della casa come i mobili, la zona dell’ ingresso, i divani, sia come segnale odoroso lasciato sulla superficie graffiata, dato dai feromoni emessi dalle ghiandole poste sotto le zampe, per questo è fondamentale che abbiano a disposizione una zona adatta a tale scopo: in commercio vendono graffiatoi di diverse tipologia in base alle esigenze.
Altri sistemi di comunicazione tipici dei felini sono: lo strofinamento, che serve per identificare un oggetto, una persona o un altro gatto come appartenente allo stesso gruppo sociale, sempre attraverso il rilascio di feromoni dalle ghiandole poste sul muso, sui fianchi e sulla coda; la marcatura urinaria con spruzzi di urina, come delimitazione territoriale e per ricercare un compagno. Alla marcatura si può ovviare facendo sterilizzare il gatto, sia femmina che maschio, prima che raggiunga la maturità sessuale che si aggira intorno ai 6 mesi.

La socializzazione

Le esperienze vissute dal gattino sono in grado di influenzare il suo comportamento da adulto: attraverso il processo di socializzazione imparano a relazionarsi con le persone e con gli altri animali. Devono abituarsi a vedere, sentire e conoscere tutto ciò che offre la vita in casa con tutti i suoi rumori e oggetti strani; tutto deve essere fatto con calma, tranquillità: deve sentirsi al sicuro quando incontra nuovi stimoli.
È importante che si abituino fin in tenera età al contato fisico con le persone: devono venire sistematicamente manipolati in ogni parte del corpo come nelle orecchie, nella bocca, tra le dita nonché ad essere spazzolati, per far sì che diventino adulti socievoli ed avvezzi a essere coccolati e anche visitati dal veterinario al momento del bisogno. Anche per il gatto esistono problemi legati ad un eccessivo attaccamento al proprietario, per questo bisogna favorire il distacco intorno al quarto mese di vita dandogli spazi e la possibilità di giocare in autonomia, in questo modo il gatto diventerà socievole ed avrà piacere di stare in compagnia del proprietario, ma sarà anche in grado di stare da solo a casa senza distruggere ciò che lo circonda.

Il gioco

Il gioco rappresenta una sorta di apprendistato alla vita: i gatti imparano dai genitori a diventare formidabili giocolieri, per questo non ci si deve stupire se dopo aver fatto le fusa al proprietario il gatto assumerà atteggiamenti aggressivi o di fuga, perché rappresentano quasi sempre un seguito all’interazione tranquilla delle coccole come farebbero con la propria madre per imparare le tecniche più abili di caccia.
Il gatto è un predatore che caccia non solo per procurarsi il cibo ma anche solo ed esclusivamente per il gusto di cacciare: in natura occuperebbe circa un quarto della sua giornata cacciando, per questo è fondamentale fornirgli la possibilità di intrattenersi in casa in attività ludiche che possano mimare l’ arte venatoria, come ad esempio rincorrere una semplice pallina di stagnola fino a fornirgli i giochi appositamente studiati, palline, pendagli colorati, rocchetti di legno ecc.., altrimenti potrebbe rivolgere il suo comportamento predatorio a qualsiasi altro oggetto in movimento come mani, piedi, tende ed altro ancora., oppure in giochi allucinatori, in genere al crepuscolo quando l’ attività di caccia in natura prenderebbe il sopravvento.
Il modo migliore per dare fantasia al proprio rapporto con il gatto e conoscerlo meglio è proprio dato dal gioco che rappresenta anche un ottima base per educare il nostro gatto: l’ interruzione del gioco nel gatto così come nel cane, ha un forte potere didattico e ci permette di moderare atteggiamenti come mordere e graffiare. Attraverso il gioco con gli oggetti possiamo indirizzare il suo interesse verso determinate tipologie di cose, evitando di usare pezzi di stoffa o di spugna che incentiverebbero la sua distruttività, così come il classico gomitolo che può essere molto pericoloso se ingoiato. In commercio esistono un gran numero di giocattoli per gatti: dai topolini di pezza alle palline con i sonagli, dalle penne con la corda al sacchetti di erba gatta. Ci sono delle vere e proprie palestrine con diversi stimoli su cui possono indirizzare la loro vena predatoria e affinare le loro doti acrobatiche, in quanto riuniscono l’ opportunità di arrampicarsi, stare in equilibrio e farsi le unghie oltre ad avere vari giochi appesi che permettono di esercitare le abilità predatorie.

L’espressività corporea

La gestualità del gatto si differenzia sostanzialmente da quella del cane e questo può essere fonte di incomprensione da parte dei proprietari abituati al cane che vogliono adottare un gatto:
  • la coda alta nel gatto è un segnale di benvenuto, nel cane di superiorità;
  • lo scodinzolare bassa nel gatto è un segnale di irritazione mentre nel cane di socievolezza;
  • porsi sul fianco con le orecchie abbassate nel gatto è segnale di un’ imminente aggressione, mentre nel cane è segnale di sottomissione.
  • La posizione del corpo è importante per capire lo stato d’ animo del gatto:
  • rilassato: posiziona la testa al di sopra del resto del corpo;
  • impaurito o in posizione difensiva: si accuccia, con la testa reclinata verso la minaccia o si mette laterale pronto a colpire con le zampe;
  • interessato o pronto a dar il via al suo comportamento predatorio: si mette orizzontale al terreno;
  • aggressivo: è saldo sulle quattro zampe, incurva la schiena verso l’ alto e la testa al di sotto del corpo;
  • impaurito: si mette sulla punta della zampe con una gobba molto accentuata.
Le movenze tipiche dell’ invito al gioco sono date dal balzo laterale, ma anche dalle movenze a scatti, il balzo orizzontale in avanti seguito dalla fuga.
La minaccia facciale è realizzata con la posizione dei padiglioni auricolari, il contorno degli occhi, le pupille, gli angoli della bocca, la posizione dei baffi:
  • quando il gatto è rilassato le orecchie sono verticali, gli occhi semisocchiusi, le pupille più o meno dilatate a seconda della quantità di luce, gli angoli della bocca spinti verso l’ alto o semiaperta con la lingua che esce, i baffi laterali;
  • quando è spaventato i padiglioni auricolari sono appiattiti di lato, gli occhi spalancati, le pupille dilatate, la bocca aperta con gli angoli rivolti verso il basso, i baffi all’ indietro;
  • aggressivo o in situazioni di eccitazione, irritazione o durante il gioco offensivo, le orecchie sono erette all’ indietro, gli occhi spalancati e i baffi in avanti, le pupille dilatate e la bocca aperta che mostra i denti.
Altro elemento fondamentale per comprendere la gestualità è il movimento della coda:
  • il saluto amichevole e di pacificazione è rappresentato dalla coda eretta;
  • l’ atteggiamento rilassato è dato dalla coda ripiegata posteriormente formando con il corpo un angolo acuto, mentre un gatto spaventato tiene la coda sotto il corpo;
  • l’ agitazione è rappresentata da movimenti orizzontali della coda di ampiezza proporzionale al livello di agitazione o conflittualità. La velocità dell’ ondeggiare indica l’ imminenza di una possibile aggressione.
  • durante il gioco assume una forma di “U” capovolta mentre nelle situazioni di conflitto o di aggressività dà luogo a una sorta di “L” capovolta.
Il trasportino

Uno dei principali problemi nella vita del gattino è rappresentato dal trasportino. Questo oggetto in genere compare nella vita del gatto solo quando deve essere portato da qualche parte, in genere non molto piacevole come dal veterinario. Per fare in modo che non sviluppi un’ associazione negativa con il trasportino è necessario educarlo fin da subito che questo oggetto è parte integrante della sua vita: deve poterlo utilizzare quando vuole anche durante le fasi di gioco e di relax, deve diventare per lui famigliare. Nasconderlo tra un viaggio e l’ altro serve solo ad accrescere la sua risposta negativa, al contrario lasciandolo a sua disposizione potrà rendere il viaggio molto più piacevole e sicuramente meno stressante e spaventoso. Il primo passo è la scelta del trasportino che deve essere:
  • facile da pulire
  • di semplice accesso e uscita per il gatto
  • sicuro per il gatto stesso
Si consiglia di evitare quelli totalmente in rete metallica e quelli con tanti tasselli da inserire per la chiusura, ma di acquistare quelli in plastica che offrono al gatto la possibilità di guardare fuori dalla portina a rete oppure di rintanarsi sul fondo in un ambiente semibuio se spaventato.
E’ consigliabile dopo ogni viaggio di lavarlo con acqua e sapone neutro e poi spruzzare all’ interno il “ Feliway ”, i feromoni appaganti del gatto, così da togliere quelli rilasciati durante il trasporto, corrispondenti alla paura, e renderlo di nuovo confortevole e rassicurante.

Il benessere

Il “ Feliway” , nella versione di diffusore ambientale, può essere utilizzato in casa, nelle zone frequentate dal gatto, per creare un ambiente a lui famigliare e soprattutto per aiutarlo nell’ inserimento nella nuova dimora e quindi prevenire forme di ansia e stress.
Infatti bisogna fare molta attenzione ai segnali che ci invia perché anch’ esso può soffrire lo stress se i suoi bisogni non sono soddisfati o se prova paura o dolore, se ci sono cambiamenti o se perde il padrone; questi segnali sono rappresentati dalla marcatura al di fuori della cassetta igienica, dall’ aggressività, ansia, ossessiva e maniacale ripetizione di alcuni comportamenti come il leccarsi.
Infine per il benessere del gatto è fondamentale anche la cura del suo pelo grazie alla toelettatura: è necessario abituarli ad essere spazzolati almeno tre volte a settimane e per i gatti a pelo lungo anche quotidianamente, oltre ad essere un rituale molto gradito dal micio in quanto si eliminano nodi e pelo morto, serve a rinsaldare il rapporto con il proprietario, così come la pulizie di occhi, orecchie e taglio delle unghie, proprio come una mamma si prenderebbe cura dei sui micetti.

A cura della dott.sa Monica Manassero

FONTE: Clinica Borgarello Blog