Codice Fiscale: 97508700586


NO ai collari elettrici!

sabato 31 gennaio 2009

COLLARI ELETTRICI PER CANI: DENUNCIATE SETTE PERSONE

I piccoli strumenti davano scosse elettriche agli animali per "addestrarli"

Venezia

La Polizia Postale e delle comunicazioni di Venezia ha denunciato sette persone, eseguito quindici perquisizioni e sequestrato più di 1500 collari per cani: erano venduti come collari d’addestramento, ma in realtà erano piccoli strumenti per sevizie «a strangolo con punte», cioè predisposti anche all’irradiazione di scosse elettriche tramite telecomando.
Nell’ambito dei servizi di monitoraggio della Rete Internet i cyber investigatori di Venezia e della sezione di Treviso, anche su segnalazioni fatte da cittadini, hanno individuato una serie di negozi virtuali (e-shop) su cui erano esposti al pubblico prodotti vari tra cui particolari strumenti per l’addestramento di cani.

Gli approfondimenti sul materiale posto in vendita, svolti anche con personale specializzato del settore veterinario, hanno consentito di qualificare i prodotti come possibili strumenti di tortura, che potevano anche provocare la morte dell’animale.

FONTE: La Zampa.it

Multa di 5040 euro per maltrattamento di un daino

giovedì 22 gennaio 2009

NEWS FAUNA SELVATICA

Ufficio stampa LAV 06 4461325 – 339 1742586
21-01.2009

Costrinse un Daino a vivere in un recinto di 30mq, a Ruvo di Puglia (Bari), senza alcun riparo dalle intemperie e dal sole, in condizioni tali che l’animale, nel tempo, aveva acquisito comportamenti stereotipati, caratteristici degli animali sotto grave forma di stress e di disagio psichico. Per questo motivo il GUP del Tribunale Penale di Trani, dott.Roberto Olivieri del Castillo, ha condannato il responsabile al pagamento di 5.040 euro di multa, perché, come si legge in sentenza: “per crudeltà e senza necessità, cagionava lesioni psico-fisiche ad un esemplare di Daino maschio adulto e lo sottoponeva a comportamenti incompatibili con le sue caratteristiche eco-etologiche”, configurando così la violazione dell’art.544 ter del Codice penale.

La vicenda risale al novembre 2007, quando la LAV rappresentata dall'avvocato Domenico Caringella e con il supporto dei pareri qualificati della biologa Barbara Bartoli e del medico veterinario Marilisa Picca, denunciò alla Procura di Trani la detenzione di questo Daino in condizioni incompatibili con la sua natura: l’animale (come mostrano le fotografie allegate) era detenuto presso la masseria Ceci di Ruvo di Puglia, in un piccolissimo recinto a pianta quadrata, in evidenti condizioni di malessere e incuria. Il recinto che lo ospitava affacciava da un lato sulla strada provinciale, l'animale appariva stressato e impaurito a causa dei rumori, dei movimenti di persone e di automobili lungo la strada, e manifestava la sua agitazione correndo ossessivamente da una parte all’altra del recinto.

Plaudiamo con grande soddisfazione al positivo pronunciamento del GUP di Trani – dichiara Massimo Vitturi, responsabile del settore caccia e fauna selvatica della LAVla sentenza afferma con chiarezza che un animale non è un oggetto e il maltrattamento non si configura solamente tramite l’inflizione di patimenti fisici, ma anche causando disagio psico-fisico.”

Dai primi mesi del 2008 il Daino, grazie alla favorevole pronuncia del PM dott.ssa Manganelli, vive libero in un’area di quattro ettari presso il Centro del Corpo Forestale dello Stato della foresta Mercandante (Bari).

Cani e gatti stimolano le stesse emozioni dei figli

domenica 18 gennaio 2009

E' stato rilevato un aumento della ossicitina, l'«ormone delle coccole», in chi gioca con i quattrozampe

ROMA

Chi ha bisogno di un figlio, se si ha un animale domestico? Un’affermazione di cui sono convinti tutti i più appassionati cinofili e gattofili, e che sembra trovare ora una conferma scientifica grazie agli studi di un team di biologi giapponesi: pare che dopo aver accarezzato e coccolato il proprio cane o gatto, e soprattutto aver stabilito un contatto anche visivo con lui, nei padroni aumentino i livelli di un ormone chiamato ossitocina, collegato anche alle emozioni dell’amicizia, dell’amore romantico e, cosa ancora più rilevante, di quello genitoriale. Come dire che i ’pet’ stimolano le stesse sensazioni positive di un pargolo in culla.

Soprannominato "ormone delle coccole" o "farmaco dell’amore" - riportano gli studiosi sulla rivista "Hormones and Behavior"- l’ossitocina, come confermano varie ricerche, è in grado di combattere lo stress e la depressione e di stimolare l’autostima negli umani. Per questa ragione Miho Nagasawa e Takefumi Kikusui, esperti della Azuba University, hanno voluto verificare se anche il contatto sociale fra specie differenti potesse amplificare la produzione di questo ormone.

«Miho ed io - sottolinea Kikusui - siamo grandi amanti dei cani e abbiamo notato che qualcosa cambia nel nostro corpo quando giochiamo a palla con loro e li abbracciamo. Perciò abbiamo reclutato 55 padroni di quattrozampe e i loro fedeli amici per una sessione di analisi in laboratorio». Gli arruolati del primo gruppo hanno fornito un campione di urina prima e dopo aver giocato con i loro cani per circa un’ora e mezza, mentre a un secondo gruppo è stato chiesto di non interagire con i loro quadrupedi.

Esaminando il liquido biologico, i ricercatori hanno rilevato un aumento del 20% della produzione di ossitocina nei padroni che avevano giocato con i loro animali stabilendo un contatto visivo di circa due minuti e mezzo in media, contro i 45 secondi dell’altro campione, in cui non si sono notati ’boom’ significativi di questo ormone. I biologi nipponici sono convinti che sia proprio per questo che la pet-therapy, ormai impiegata per curare un gran numero di malattie, è così efficace. E credono anche che l’uomo abbia addomesticato gli animali proprio per questa ragione: nell’antichità, dagli animali ricevevano non solo un aiuto nel lavoro, ma anche sensazioni positive e rilassanti.

FONTE: La Zampa.it

Filariosi Cardio-Polmonare del cane e del gatto

La filariosi è una malattia parassitaria, provocata dall'infestazione di alcuni vermi tondi, i nematodi. Delle due specie di parassiti che possono colpire il cane, Dirofilaria immitis e D. repens, la prima è di gran lunga la più importante. Questi vermi, divenuti adulti, si localizzano nelle arterie polmonari e talvolta nelle cavità destre del cuore e nei vasi venosi ad esse afferenti, dando luogo ad una grave forma clinica. Inizialmente, la filariosi era confinata nelle regioni più calde ad elevata concentrazione di zanzare, che costituiscono i principali trasmettitori di questa patologia, ma, negli ultimi decenni, questo parassita si è diffuso, costituendo un problema di massimo rilievo in numerose nazioni.

La filaria può colpire il cane, la volpe, il coyote, il gatto ed il furetto, ma anche l'uomo, in cui può causare l'insorgenza di una malattia nota con il nome di elefantiasi. Le malattie trasmesse dagli animali all'uomo, ma non viceversa, sono dette "zoonosi" e rivestono notevole importanza, soprattutto a livello della profilassi della salute pubblica. I fattori che influenzano la diffusione della parassitosi dipendono dal grado di concentrazione di individui infetti, dal numero di zanzare presenti e dal tipo di ambiente, che può facilitarne lo sviluppo in tempi brevi.

SEGNI CLINICI

Gli animali infestati da filarie presentano inizialmente tosse seguita da facile affaticabilità, mentre nella fase terminale i segni caratteristici sono rappresentati da alterazioni del ritmo respiratorio ed insufficienza cardiaca, per cui si ritrova emoglobina nelle urine.

DIAGNOSI

Si basa sulla sintomatologia clinica e su test che confermino la presenza del parassita, come esami del sangue, radiografie toraciche o ecocardiografie. Gli animali colpiti raramente hanno un'età inferiore all'anno e per lo più superano i due anni.

TRATTAMENTO

Il trattamento non è agevole e dovrebbe essere intrapreso solamente dopo un attento esame del soggetto e dopo che siano state messe in atto tutte le terapie di supporto del caso, per migliorare le condizioni dei cani con gravi sintomatologie. Prima di tutto, è necessario combattere farmacologicamente i parassiti adulti, che sono i più patogeni, poi, terminata la terapia nei loro confronti, deve essere intrapreso un trattamento contro le larve circolanti nel sangue. Nel caso in cui gli adulti, oltre che nelle arterie polmonari, fossero presenti anche nelle vene afferenti al cuore, ne è consigliata la rimozione chirurgica.

NEL GATTO

SEGNI CLINICI

Nel gatto la sintomatologia è solitamente acuta e di tipo respiratorio, eventualmente associata anche a vomito. In questa specie, anche un solo parassita può essere causa di gravi sintomi e morte improvvisa.

DIAGNOSI

Si basa sulla sintomatologia clinica e su test che confermino la presenza del parassita, come esami del sangue, radiografie toraciche o ecocardiografie. Nel gatto, però, questi test hanno bassa sensibilità.

TRATTAMENTO

Il trattamento non è agevole e dovrebbe essere intrapreso solamente dopo un attento esame del soggetto e dopo che siano state messe in atto tutte le terapie di supporto del caso, per migliorare le condizioni dei gatti con gravi sintomatologie. Infatti, per i gravi rischi conseguenti alla morte dei parassiti, nel gatto si preferisce attuare una terapia conservativa, riservando la terapia adulticida solo ai casi in cui non sia possibile controllare i sintomi della malattia.

A cura della Dr.ssa Maurizia Pallante

FONTE: www.vet-in-time.it

Vai alla radice dei "Problemi Comportamentali"

sabato 10 gennaio 2009

Se metti un pastore tedesco in giardino è molto facile che cominci ad abbaiare a chiunque passi correndo come un pazzo avanti e indietro lungo la recinzione. Se dapprima ti lamenti che rovina il prato, in poche settimane ti lamenterai del fatto che nel tuo giardino non hai mai desiderato una trincea.

A questo punto potrai pensare che il tuo cane sia maleducato, ma ciò di cui devi prendere coscienza è che quello che per te oggi, nel tuo ambiente è un problema per i creatori della razza era una virtù: avevano bisogno di un cane che unisse la voglia di correre (per radunare il gregge) all'abilità di fare la guardia.

Mettere un cane del genere in un giardino equivale a dirgli: "passeranno degli estranei qui davanti; ci pensi tu a spaventarli perfavore?".

Il tuo cane è bravo, svolge il suo lavoro in modo impeccabile.

Quindi il punto è: vuoi essegli da meno?

Smettila di lamentarti e adossare la colpa a lui. Lui non ha colpe.

Buona notizia: anche tu non hai colpe.

Cattiva notizia: il fatto di non avere colpe non risolve il problema.

Prendi il controllo: vai alla radice del problema. Studia un buon libro come "L'educazione mentale del cane" e assumi un esperto che ti aiuti a capire.

Suggerimento: un corso di obbedienza su un campo di addestramento non ti servirà a nulla, quello che ti serve è un vero esperto che ti spieghi cosa cambiare nello stile di vita che hai col cane.

Grande notizia: probabilmente basta qualche piccolo cambio di abitudine ed il tuo giardino tornerà verde più di prima ed il tuo cane più felice!

A cura di Angelo Vaira

FONTE: La Via degli Animali